Un agente della polizia penitenziaria di Genova Marassi è stato arrestato con l’accusa di aver introdotto telefoni cellulari nel carcere.
Il poliziotto di Genova Marassi è stato arrestato ieri dai suoi stessi colleghi, su richiesta del Pm Monteverdi, con l’accusa di aver introdotto illegalmente telefoni cellulari all’interno del carcere.
L’agente è stato condotto nel carcere di Pontedecimo e sarà sottoposto a interrogatorio lunedì.
Reazione dell’USPP: Intercettare le mele marce
Guido Pregnolato, segretario regionale dell’USPP, ha commentato: “Reati del genere non dovrebbero mai accadere. Le mele marce vanno prontamente intercettate e allontanate perché non degne di indossare la nostra uniforme e perché mettono a repentaglio la sicurezza interna. Rivolgiamo tutto il nostro apprezzamento al Comando e ai colleghi del Corpo di Polizia Penitenziaria dell’istituto di Genova Marassi che, tra mille difficoltà quotidiane, assolvono al nobile mandato istituzionale che la legge e la Costituzione ci affida e riescono a garantire l’ordine e la sicurezza interna, nonostante la cronica carenza di organico”.
La reazione del SAPPE
“E’ un dovere tutelare l’istituzione penitenziaria e le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dell’arresto avvenuto nel carcere di Marassi. Nell’assoluta convinzione dei capisaldi giuridici della presunzione d’innocenza e del carattere personale della responsabilità penale, che vale per tutti, se gli indizi saranno confermati il responsabile che avrebbe favorito traffici illeciti ai detenuti subiranno le giuste conseguenze sia sotto il profilo penale e disciplinare perché hanno tradito lo Stato e la fiducia di tutti i colleghi.
La Polizia Penitenziaria è in prima linea per eliminare le mele marce”. Lo sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa Organizzazione dei Baschi Azzurri, commentando l’arresto di un agente della Polizia penitenziaria su richiesta del Pm Luca Monteverde perché accusato di aver introdotto in carcere illecitamente alcuni telefoni cellulari.
“È inutile nascondere – aggiunge – la grande amarezza che questo grave fatto ha determinato tra i colleghi di Marassi. Ma il Corpo di Polizia penitenziaria è una Istituzione sana.
E’ del tutto evidente che rendersi responsabili di comportamenti che sono non solo contrari alla nostra etica professionale ma addirittura illegali perchè violano le norme penali è assolutamente ingiustificabile, tanto più se a porli in essere è chi svolge la delicata professione di poliziotto penitenziario”, conclude.