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La parata di San Giovanni della Città di sotto

Quelli della “città di sotto” lo avevano promesso e così in occasione dei festeggiamenti del Patrono di Genova San Giovanni Battista, si sono svolti dei festeggiamenti alternativi, di protesta contro l’Amministrazione di “Genova meravigliosa” con tanto di parata con giocolieri, musicisti e un’enorme gallina di cartapesta nel centro di Genova da San Lorenzo, fino a giungere in piazza della Commenda di Prè con un vero e proprio falò.

“La città di sotto – si legge in una nota degli organizzatori – è di chi la vive e vuole continuare a farlo e rifiuta di esser svenduta per riempire le tasche di pochi.

La Genova meravigliosa che vogliono creare è un paese degli orrori, dove la speculazione fa da padrona ed il benessere dei cittadini viene continuamente messo in secondo piano.

È una Genova asettica che rinuncia alla propria identità per diventare un parco giochi per il turismo da crociera.

È una città che espelle gli indesiderabili dal centro storico, dove le nostre case sul mercato a prezzi progressivamente sempre più inaccessibili diventano bnb per turistə.

A San Giovanni, mentre l’amministrazione della città luna park vi inviterà a sedervi comodi davanti ad un ecomostruoso maxischermo a guardare lo spettacolo dei fuochi d’artificio ed il vuoto creato da questo sistema, la città di sotto vi invita in piazza Sarzano alle 18, senza la paura per le divise, il taser, gli arresti e le misure cautelari contro il nostro dissenso, ad occupare le strade, a ballare, cantare, suonare ed infine bruciare le nostre paure alla Commenda di Pre!

Perché Genova non è la vostra gallina dalle uova d’oro da sfruttare fino ad esaurirne le risorse e non appartiene a chi fa business svendendo il patrimonio pubblico.

Perché non è tutto oro quel che luccica: i record e le grandi opere di cui si fregiano queste amministrazioni sono solo un costo che grava pesantemente sulle nostre spalle.

Perché il degrado non lo porta chi arriva nel nostro paese per migliorare la propria vita, ma chi predica odio razziale.

Perché indecoroso non è chi è povero, ma chi continua a diminuire i fondi per il welfare e i servizi sociali come l’accesso agli asili nidi, il diritto alla casa e una sanità realmente pubblica e accessibile.

Ci volete decorosi ma saremo indecorosi! Ci volete ubbidienti, ma ci avrete rumorosi a riprenderci le strade!”