Nuova accusa e misura cautelare ai domiciliari bis per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, già sospeso e destinatario della stessa misura cautelare da martedì 7 maggio per corruzione elettorale.
Il nuovo filone di inchiesta per cui i pm della Procura di Genova hanno chiesto e ottenuto dalla gip Paola Faggioni la nuova misura cautelare, riguarda l’ipotesi di finanziamento illecito per spot elettorali che, secondo l’accusa, sarebbero stati pagati sottobanco da Esselunga e proiettati sul maxi schermo di Primocanale, in cima a Terrazza Colombo, per le elezioni comunali genovesi del 2022.
Indagati anche l’ex capo di gabinetto, Matteo Cozzani, l’ex senatore ed proprietario di Primocanale, Maurizio Rossi, e l’ex consigliere di amministrazione di Esselunga, Francesco Moncada.
Il provvedimento nei confronti di Toti, in ogni caso, potrebbe far saltare il colloquio autorizzato dalla gip tra Toti e il vicepremier Matteo Salvini, in calendario per domani alle 13 ad Ameglia.
La nuova ordinanza di arresti domiciliari è stata eseguita stamane dai militari della Guardia di Finanza, come ha riferito oggi procuratore capo di Genova Nicola Piacente.
Per gli inquirenti, il reato di finanziamento illecito ai partiti si sarebbe concretizzato attraverso un’erogazione occultata da parte di Esselunga per una serie di spot elettorali proiettati sul maxischermo di Primocanale per la Lista Toti (allora chiamata ‘Liguria al centro’) che partecipava alle elezioni comunali di Genova del 2022 in sostegno della coalizione per il candidato sindaco Marco Bucci, poi rieletto a Tursi.
Al momento, non risulta che il sindaco Bucci sia indagato.
Toti, in quanto rappresentante della lista, in concorso con il suo ex capo di gabinetto, Matteo Cozzani, e con il proprietario di Primocanale, Maurizio Rossi, è accusato di avere ricevuto dall’allora consigliere di amministrazione di Esselunga, Francesco Moncada, un finanziamento per 5.560 passaggi elettorali pubblicitari, dal valore di 55.600 euro, diffusi tra il 26 marzo e il 12 maggio 2022 sul maxischermo di Terrazza Colombo.
La pubblicità elettorale, sostiene la Procura, veniva finanziata da Esselunga in assenza di delibera da parte del proprio organo competente, di regolare iscrizione al proprio bilancio e di dichiarazione di legge anche da parte della Lista Toti.
Non è tutto. Secondo quanto riferito dalla pubblica accusa, Moncada, in accordo con gli altri indagati, stipulava altri contratti che formalmente avrebbe dovuto pubblicizzare soltanto Esselunga, ma che “in realtà è risultato aver finanziato anche i passaggi pubblicitari per la campagna elettorale della stessa lista”.
Si tratta di quattro contratti da 500 passaggi, al prezzo complessivo di 5.000 euro.
Per la Procura rileva i passaggi effettivamente riscontrati sarebbero stati 6.060 pari a 60.600 euro.
I pm genovesi, dunque, ritengono che questo finanziamento sia stato finalizzato a consentire la perpetrazione del reato di corruzione, già contestato in precedenza a Toti, in particolare per lo sblocco di due pratiche di Esselunga pendenti in Regione Liguria relative all’apertura di due punti vendita a Sestri ponente e a Savona.
La Procura ha precisato che l’emissione della nuova misura cautelare non comporta un ulteriore allungamento dei termini di custodia per Toti.
Caso Toti e spot Primocanale, Esselunga: mai fatti pagamenti sottobanco. Tutto regolare