Giovanni Toti stamane ha rassegnato le sue dimissioni da presidente della giunta regionale ligure
Il giornalista e uomo-partito Giovanni Toti non è stato il governatore migliore come alcuni oggi scrivono e la sua non è neppure una resa, come molti dicono. Non è neppure detto che sia la fine della sua carriera politica, perché vedremo cosa succederà nel processo che probabilmente si terrà a breve, anche se al momento delle sue odierne dimissioni non è stato neppure rinviato a giudizio, ma si trova ancora agli arresti domiciliari (da martedì 7 maggio) per una presunta corruzione elettorale.
Toti, a seguito della decisione formalizzata stamane, riacquisterà la sua libertà e questo dimostrerà già il vile ricatto a cui è stato sottoposto.
Senza la guida della Regione Liguria sarà libero e anche più libero di difendersi. Non aveva senso continuare a lottare contro questo accanimento giudiziario. Ha resistito quasi tre mesi agli arresti domiciliari e il ministro della Giustizia ed ex pm Carlo Nordio non ha avuto neppure il coraggio di mandare gli ispettori al Tribunale di Genova.
Ora il problema che si apre è il seguente. La Regione Liguria passerà in mano alla sinistra? Sarà inevitabile? Questa, infatti, sarebbe la vera vittoria dei magistrati. Non le dimissioni di Toti.
No, per fortuna non è inevitabile. Ma c’è solo un candidato ligure che in questa situazione può farcela: si tratta del leghista Edoardo Rixi.
Prevedendo tempo fa l’esito della vicenda avevo già avanzato il nome di Rixi, ma ben si comprende che Rixi voglia continuare a fare il vice ministro di Matteo Salvini al Mit.
È bravo, sta dimostrando di lavorare bene a Roma, ma ha lavorato bene anche in Regione Liguria: è stato capogruppo e poi assessore allo Sviluppo economico. Conosce tutti i dossier più importanti.
Rixi doveva già essere al posto di Toti e Salvini lo costrinse a sacrificarsi. Ora Matteo deve fare la mossa contraria: se non vuole perdere la Regione deve convincere Rixi a sacrificarsi ancora una volta. Questa volta per il bene della sua Liguria. Prof. Paolo Becchi