Body shaming sotto accusa ma in commedia a Borgio Verezzi “UN AMORE DI PESO”, esilerante spettacolo di Marco Cavallaro il 5 e 6 Agosto
Body shaming sotto accusa ma in Commedia a Borgio Verezzi“Un amore di peso” di Marco Cavallaro – autore, regista e protagonista accanto alla bravissima Stella Pecollo, insieme a Rosario Petix e Valentina Strevinia – racconta le vicende di una coppia ‘imperfetta’ che si trova ad affrontare pregiudizi sociali e body shaming.
In scena lunedì 5 e martedì 6 agosto in piazza Sant ‘Agostino (ore 21.30) per il Festival Teatrale di Borgio Verezzi, che quest’anno propone un rush finale all’insegna della risata intelligente, lo spettacolo, coprodotto da La Bilancia e Esagera, affronta un argomento all’ordine del giorno nella vita di spiaggia della riviera di agosto.
Ci si può innamorare di qualcuno sapendo di andare incontro ad una critica sociale fatta di battute, commenti e giudizi non proprio esaltanti? Si chiede l’autore. Giorgio, innamorato della bellissima Lara, suo capo d’azienda, un giorno cade vittima di Cupido che scaglia la sua freccia e fa perdere la testa per Carla una donna totalmente diversa da Lara.
Tra Lara e Carla ci sono differenze caloriche e sociali che non passano inosservate. Riuscirà Giorgio, insieme all’aiuto del suo amico Mario, a non tenere conto del giudizio della gente e tutto quello che ne deriva? In una società che bada all’apparire si può ancora dare un senso alla parola “Amore”? Una commedia di…peso. Un modo per raccontare che l’importante è stare bene con sé stessi nonostante le difficoltà del non sentirsi a proprio agio con il proprio corpo e con chi ci sta intorno.
Nella sua biografia online, Marco Cavallaro così si racconta: “Nasco in Sicilia nell’anno del signore 1976. A cinque anni minacciai i miei genitori di piangere per otto mesi di fila se non mi avessero portato a teatro. Mi portarono e mi lasciarono lì. Da quel momento comincio a dare spettacolo ovunque mi trovassi: casa, scuola, animali, nomi, città piante e cose.
Il mio debutto avviene nel 1992. A diciotto anni affronto i provini per l’Accademia del Teatro Stabile di Catania. Dopo aver fatto fuori gli altri candidati con mezzi leciti e illeciti che non sto qui a raccontare per evitare denunce, supero i provini.
Tre anni di grande fatica, di mazzette date ai professori e ricatti al direttore del teatro per farmi lavorare. Non ho mai lavorato con Albertazzi, Proietti, Strehler, Calenda, Patroni Griffi, Visconti, Monicelli, Tornatore… la lista è lunga.
Scrivo per il teatro e i miei testi hanno girato la penisola, isole comprese e montanbike con cambio Shimano nell’offerta. Nonostante tutto la mia professione, inspiegabilmente, ancora continua.”