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Falsi Modigliani al Ducale, visitatori beffati e figuraccia di Genova? Tre indagati

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GENOVA – Decine di migliaia di visitatori del Ducale, che sarebbero stati beffati. Staremo a vedere come andrà a finire, ma al momento è purtroppo da registrare una figuraccia di Genova a livello nazionale ed internazionale.

Eppure i massimi esperti di Modigliani (Pepi e Restellini) lo avevano detto già da tempo: nel capoluogo ligure sono stati esposti falsi Modigliani.

Sono tre le persone indagate e 21 le opere sequestrate nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova sui presunti falsi esposti alla mostra su Modigliani a Palazzo Ducale (chiusa in anticipo solo a seguito del sequestro).

Le accuse, a vario titolo, sono falso di opere d’arte, ricettazione (perché le opere sono arrivate dall’estero) e truffa (anche nei confronti dei visitatori perché la mostra era a pagamento).

Tra gli indagati, risulta anche Rudy Chiappini, curatore della mostra, che era stato difeso (forse incautamente) a spada tratta dall’ex presidente Luca Borzani (Pd) prima che si dimettesse dall’incarico a Palazzo Ducale per il cambio di rotta a Tursi. Chappini si è difeso ancora una volta dichiarando che “in tutta questa vicenda io comunque mi sento parte lesa”.

Le altre due persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sui presunti quadri di Modigliani esposti a palazzo Ducale a Genova sono un curatore di MondoMostre Skira, la società che ha curato l’evento, e un collezionista di fama internazionale proprietario di alcuni dipinti.

Il sequestro delle 21 opere, la metà di quelle che facevano parte della mostra, è anche finalizzato ad una serie di rilievi scientifici che saranno eseguiti la prossima settimana. Verranno tra l’altro prelevati campioni delle opere di cui poi saranno analizzati i pigmenti per risalire alla datazione corretta dell’opera.

Secondo alcune indiscrezioni, anche l’esperta Isabella Quattrocchi, nominata dai pm come perito della procura, avrebbe sollevato forti dubbi circa la veridicità delle opere di Modigliani esposte al Ducale. Eppure per gli organizzatori e i vertici della struttura pubblica genovese sembrava che fossero tutte opere originali.

Tra l’altro, in precedenza, un’altra esperta incaricata dai carabinieri, Mariastella Margozzi, aveva confermato la tesi di Carlo Pepi e Marc Restellini.

“Nella mostra su Modigliani a Genova – ha spiegato più volte Pepi – c’erano opere false in modo talmente palese, che anche un bambino avrebbe potuto accorgersene”.

“Oggi – ha aggiunto Pepi – non mi meraviglia affatto scoprire che non sarebbero soltanto 13, ma addirittura 21 i dipinti sono finiti nel mirino dell’inchiesta perché probabilmente non sono originali.

Quando ho avuto modo di vedere la mostra al Ducale sono rimasto sbigottito. Attaccati alle pareti c’erano lavori platealmente, drammaticamente, prepotentemente falsi. E nemmeno pochi, tra l’altro.

Ho iniziato a dirlo in giro, a denunciarlo, ma per mesi hanno fatto tutti i pesci in barile. Intorno a me restava solo un totale, imbarazzante silenzio”.

Tra quelle che ha definito “croste manifeste” lo studioso e collezionista di Modì ha incluso “le nature, morte, a lui cointestate insieme a Kisling. Hanno un tratto talmente rozzo che non avrebbero mai potuto esser state vergate da Modì, nemmeno a metà. Per non parlare del cosiddetto ‘Nudo rosso’. Una tela del tutto del tutto priva dell’intensità vibrante, volumetrica, emotiva, così tipica di Modigliani”.