Si celebrerà martedì 30 ottobre, subito dopo le elezioni regionali in Liguria, l’udienza per il patteggiamento di Giovanni Toti, Paolo Emilio Signorini e Aldo Spinelli. Lo ha deciso ieri il giudice genovese Matteo Buffoni.
L’ex presidente della Regione Liguria ha trovato l’accordo con la Procura per patteggiare una pena a due anni e un mese, convertita in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità. Tre anni e cinque mesi per l’ex presidente dell’autorità portuale Signorini e tre anni e due mesi per l’imprenditore portuale 84enne Spinelli.
Le pene potrebbero però aumentare di qualche mese perché in udienza potrebbero essere “aggiunti” altri presunti episodi corruttivi che erano emersi sin dall’inizio della maxi inchiesta, ma che sono stati approfonditi negli ultimi mesi ed erano rimasti fuori dal giudizio immediato.
Ieri il gup ha revocato gli arresti domiciliari per l’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale Signorini, l’unico finito in carcere il 7 maggio, quando era deflagrata l’inchiesta che ha terremotato la Liguria. L’ex manager pubblico non potrà esercitare impresa o ricoprire uffici o incarichi direttivi in imprese per 12 mesi.
Toti era finito ai domiciliari, ma l’ex governatore aveva ottenuto la libertà il primo di agosto, seguito da Spinelli.
Secondo la pubblica l’accusa, Toti avrebbe messo a disposizione la sua funzione per gli interessi privati dell’imprenditore, anche se non si era intascato personalmente nemmeno un euro.
Spinelli, in sostanza, avrebbe fatto donazioni per il suo comitato elettorale.
Signorini avrebbe invece ricevuto regali, come soggiorni in alberghi di lusso, fiches da giocare al casinò e borse griffate per la fidanzata, dall’imprenditore 84enne e in cambio avrebbe accelerato le pratiche portuali per le concessioni.