Sono 5 gli arresti di tifosi violenti convalidati oggi dal gip del Tribunale di Genova dopo il fermo per la guerriglia urbana andata in scena nelle ore del derby di Coppa Italia della scorsa settimana, finito con oltre 30 poliziotti e carabinieri feriti negli scontri per contenere le due frange di ultras e impedire contatti tra i gruppi di genoani e sampdoriani.
Una notte di violenze nel quartiere di Marassi già costate una serie di provvedimenti mentre proseguono le indagini della Digos per ricostruire la catena di responsabilità e risalire a tutti i partecipanti ai disordini.
Agli ultras sono contestate accuse che vanno dalla rissa alla resistenza aggravata al porto abusivo di oggetti atti a offendere. Ai primi cinque è stato comminato l’obbligo di firma e il Daspo per 5 anni. Per uno, che aveva precedenti per i fatti di Genoa-Siena, sono stati disposti gli arresti domiciliari.
La Procura di Genova, inoltre, sta valutando se contestare a tutti gli ultras che saranno individuati e che hanno partecipato agli scontri anche le accuse di associazione a delinquere, devastazione e saccheggio (il reato contestato per i fatti del G8 del 2001) o la pubblica intimidazione con uso delle armi.
Reati pesantissimi, gli ultimi due, con pene che vanno dagli otto ai 15 anni di reclusione.
Prima, però, dovrà arrivare la relazione della Digos con il calcolo totale dei danni e le identificazioni di quanti hanno partecipato agli scontri e disordini in strada. E capire se dietro l’escalation di episodi e violenza ci sia una regia rimasta occulta.
La tensione tra rossoblu e blucerchiati resta comunque ancora alta.