La Procura di Genova ieri ha aperto un’indagine, affidata ai carabinieri, sulla morte di un 49enne che si è tolto la vita a Rapallo ingerendo alcune fiale di un farmaco acquistato “con ogni probabilità” in un sito online del dark web.
L’ipotesi di reato è istigazione al suicidio, al momento a carico di ignoti.
Il 49enne è stato trovato morto dalla mamma con cui viveva a Rapallo. Secondo quanto raccontato dalla pensionata, il figlio era depresso da due anni dopo la morte del padre.
Da quel momento aveva provato a uccidersi più volte senza riuscirci. Si era anche rivolto all’associazione Luca Coscioni per andare in Svizzera, ma le sue richieste erano state respinte, visto che non era un malato grave o terminale.
In questi mesi, il 49enne avrebbe cominciato a fare ricerche online per capire come uccidersi.
La Procura ha disposto l’autopsia, che verrà effettuata oggi dal prof. Francesco Ventura, oltre al sequestro delle fiale e dei dispositivi elettronici del defunto. I campioni biologici verranno poi spediti dall’obitorio dell’ospedale San Martino al dipartimento di Medicina legale di Pavia, dove verranno analizzati per risalire al tipo di sostanza usata. I reperti saranno comparati con i residui trovati dentro una delle fiale.
Il forte sospetto dei carabinieri è che il 49enne possa avere acquistato le fiale su un sito del dark web, visto e considerato che non avevano etichetta e quindi difficilmente tracciabili. Non è, tra l’altro, la prima volta che si registrano casi di suicidi con farmaci acquistati nel dark web. In Procura a Genova gli investigatori di Carabinieri e Polizia finora hanno segnalato almeno quattro casi.