Le ipotesi di accusa, a vario titolo, sono turbativa d’asta, corruzione, truffa, falso in atti pubblici, frode e rivelazione di segreti d’ufficio.
La Procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati sette dipendenti pubblici, undici tra imprenditori e dipendenti di aziende private e un consorzio di tre aziende con sede nel capoluogo ligure per presunte irregolarità nell’aggiudicazione di forniture di beni e servizi nonché di lavori per la realizzazione, ristrutturazione, manutenzione, riqualificazione e risanamento di immobili in uso alla pubblica amministrazione, allo scopo di favorire alcune società esecutrici dei lavori in cambio di utilità personali.
Le contestazioni riguardano il periodo tra il 2019 e il 2024.
Tra gli edifici coinvolti ci sono Palazzo di Giustizia, la caserma della Polizia di Stato a Sturla, la caserma Santa Teresa della Guardia di Finanza, la Questura, l’edificio del Reparto Mobile di Bolzaneto e i bagni della Polizia di Stato a Quinto.
Scattati questa mattina sequestri e perquisizioni a Genova, Roma e in provincia di Benevento, sia negli uffici che nelle abitazioni personali degli indagati.
Per quanto riguarda i sette dipendenti pubblici interessati, si tratta di un ex dirigente generale e un ex dirigente tecnico pro tempore del provveditorato delle opere pubbliche di Genova, entrambi in pensione, un dirigente con incarichi in Prefettura e in Questura a Genova, un sovrintendente del ruolo tecnico della Questura, due impiegati del Provveditorato interregionale delle opere pubbliche per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta con sede a Genova, un funzionario dell’Agenzia del demanio, direzione regionale Liguria.
Al momento, sono ancora in corso perquisizioni anche nei confronti di una società e di un professionista coinvolti nella maxi inchiesta in relazione ai rapporti intercorsi con gli indagati.
Contestualmente, gli inquirenti stanno procedendo alla notifica di ordini di esibizione di documentazione in Prefettura, Questura, Agenzia del Demanio e Provveditorato per le opere pubbliche.