“La recente sentenza del Tribunale di Genova che ha condannato l’Asl 3 Genovese a risarcire una famiglia per l’inaccettabile ritardo nelle cure riabilitative necessarie a un bambino affetto da disturbo dello spettro autistico rappresenta una vittoria non solo per questa famiglia, ma per tutte quelle che vivono situazioni simili”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo di Linea Condivisa e vice presidente della II commissione regionale Salute e Sicurezza sociale Gianni Pastorino.
“Il giudice di Genova – ha spiegato Pastorino – ha riconosciuto che i genitori non avrebbero dovuto ricorrere a strutture private, ma che il Servizio Sanitario Nazionale avrebbe dovuto intervenire tempestivamente.
Questo episodio ci insegna che quando si parla della salute dei nostri figli, l’ultimo pensiero che dovremmo avere è quello delle attese interminabili o delle mancanze del sistema sanitario.
Voglio sottolineare che questa importante vittoria è anche frutto del lavoro con l’avvocato Rita Lasagna, che ha portato avanti questa battaglia legale, e con cui abbiamo collaborato strettamente per aprire lo Sportello Diritto Salute a Bolzaneto.
Questo sportello, in un solo anno di attività, ha raccolto oltre 300 istanze da parte di cittadine e cittadini che chiedevano giustizia per le lunghe liste di attesa e la mancata presa in carico di bambini disabili. Con un tasso di successo del 90%, lo sportello è diventato un punto di riferimento. Oggi, possiamo dire che il nostro impegno ha dato i suoi frutti.
La sentenza non è solo un avvertimento per l’Asl 3 Genovese, ma anche per chi ha amministrato fino a ora la Regione Liguria.
Il centrodestra, rappresentato oggi dal sindaco Marco Bucci, non ha mai mostrato alcun interesse per garantire una sanità pubblica accessibile. Basta vedere l’assenza totale di rappresentanti del Comune all’incontro di ieri, in cui si è discusso di temi cruciali come scuola, socialità e salute dei bambini fragili.
È inaccettabile che chi governa la nostra regione e chi si candida farlo nel solco della continuità con Toti continui a ignorare le vere emergenze, come quella della sanità pubblica e dell’accesso alle cure.
Le priorità dovrebbero essere chiare: servono interventi concreti per garantire servizi adeguati a chi ne ha bisogno, soprattutto per chi si trova in situazioni di fragilità”.
Liste d’attesa, 34 mesi per cure a bimbo: Asl 3 condannata. Caso del 2019