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Capotreno accoltellato da nordafricano, lo sfogo della moglie su fb

Stazione ferroviaria di Genova Rivarolo (foto d'archivio)

“Ancora ko dallo spavento, ci teniamo a ringraziare tutti, davvero tantissimi e vicini in ogni modo ci siete stati. Non avrei mai pensato fino a qualche anno fa, che essere la moglie di un capotreno fosse così a tratti pieno di palpitazioni, da un po’ non mi sento tranquilla quando lo vedo uscire di casa, e, cerco di non trasmettergli troppo questa mia ansia, ma vederlo tornare alla sera soprattutto mi dà estrema pace”.

S’inizia così lo “sfogo” affidato al suo profilo Facebook della moglie del capotreno di 44 anni che ieri è stato aggredito da una 16enne di origine nordafricana, ma che ha ottenuto la cittadinanza italiana, e da un 21enne egiziano che lo accoltellato due volte lasciandolo in un lago di sangue sul marciapiede della stazione di Genova Rivarolo soltanto perché aveva chiesto il biglietto alla coppia di giovani nordafricani.

Entrambi i nordafricani in fuga sono stati presi dai carabinieri, tempestivamente intervenuti. La 16enne ieri sera è stata denunciata e subito liberata. Il 21enne è stato arrestato.

“E poi c’è lui che comunque ringrazia da sempre di avere trovato un ‘posto d’oro’ – ha aggiunto la moglie del capotreno – in questi ormai lunghi e brutti tempi precari lavorativi, che il più delle volte si alza la mattina alle 3, senza un lamento si mette con orgoglio la sua divisa, non si tira indietro a fare ore di straordinario, non conosce la parola ‘mutua’ certo grazie anche alla salute che per ora ci ha aiutato abbastanza, ma davvero ligio al lavoro e al dovere.

Quello che è stato insegnato dal padre in Polizia e quello che ho visto fare anche da mio padre.

Lui arriva stanco a casa, ma felice. Io un po’ ‘lo invidio’, di un’invidia buona certo, è realizzato, soddisfatto, va d’accordo con tutti i colleghi, ci porta il ‘pane a casa’ a me e ai miei figli, e io che nel mio piccolo faccio tanto, ma, vorrei averlo ancora un lavoro tutto mio come un tempo e che amavo molto, per togliere a lui un po’ di ‘carico’.

Purtroppo non mi è possibile da tanti anni, perché il destino oltre a regalarci due figli meravigliosi da crescere, ha riservato un destino crudele di salute per i miei genitori, completamente da accudire, prima papà malato di cancro e ora mi è rimasta mamma che da 8 anni convive con l’Alzheimer.

Un lavoro bello il suo, ‘economicamente sicuro’, ma violato e deturpato dalla violenza che ci circonda, dal non rispetto per chi porta una divisa e comunque si sveglia presto e fa il proprio dovere.

Oggi vedere quella foto di lui a terra, è stato devastante per me e i miei bambini.

Incassiamo le ferite nel corpo e, anche un po’ nell’anima certo ma, possiamo dire che passerà! Deve finire tutto ciò. Non so come, ma vorrei aspettare mio marito rientrare a casa senza più batticuore”.