Recco ricorda i 27 bombardamenti iniziati il 10 novembre 1943.
Il 10 novembre 1943 la città di Recco subì il primo dei 27 devastanti bombardamenti della Seconda guerra mondiale. In soli sette mesi, le molte bombe cadute portarono distruzione e morte. Hanno cancellando quasi interamente il tessuto urbano e causando la perdita di 127 vite civili (vedi foto). Quest’anno, in occasione dell’ 81º anniversario di quella tragica data. La comunità ha organizzato una serie di eventi religiosi e civili per onorare la memoria delle vittime.
Le commemorazioni prenderanno il via sabato 9 novembre 2024.
Alle ore 21, nella parrocchia dei Santi Giovanni Battista e Bono, si terrà un concerto della Filarmonica Rossini in ricordo dei caduti, seguito da un intervento del sindaco Carlo Gandolfo. Anche quest’anno, il suono della sirena antiaerea risuonerà nella città, rievocando i drammatici momenti vissuti dai recchelini sotto le incursioni della RAF.
Le celebrazioni proseguiranno domenica 10 novembre con l’inaugurazione del quarto “Cammino della Memoria”, previsto per le ore 10 con partenza dal Santuario di Nostra Signora del Suffragio. Il percorso guiderà i partecipanti attraverso i luoghi in cui la popolazione si rifugiava per sfuggire ai bombardamenti.
Nel pomeriggio, alle ore 15.30, presso la Chiesa dell’Ascensione, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio delle vittime. Sarà officiata da don Enrico Ciangherotti e don Giuseppe Guastavino. Una serie di eventi significativi per non dimenticare, per tramandare alle nuove generazioni il ricordo di un periodo oscuro della storia cittadina.
«I bombardamenti hanno lasciato una profonda ferita nella memoria della città. – Sottolinea il sindaco Carlo Gandolfo – .Il centro storico fu spazzato via, sparirono la chiesa di San Giovanni Battista e gran parte del patrimonio edilizio. Ma dalla tragedia emerse anche la forza e la tenacia dei recchesi, che ricostruirono la loro città, non solo negli edifici ma anche nel tessuto sociale ed economico. La cerimonia ufficiale sarà un momento di raccoglimento e di ricordo, ma anche di speranza per un futuro di pace». Antonio Bovetti