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Unige, studentesse si incatenano al Rettorato: vogliamo sportello antiviolenza

Il 15 novembre manifestazione con il secondo atto del “No Meloni day”

Oggi alcuni studenti di “Cambiare rotta” si sono incatenati sotto il rettorato di Unigen in via Balbi 5 a Genova.

“Non possiamo accettare il silenzio del rettore Delfino e il rifiuto di istituire un centro anti violenza all’interno dell’università, che dovrebbe essere il minimo perché l’ambiente universitario sia vivibile per tutte le studentesse e gli studenti. Giovedì è stato dimostrato apertamente il disinteresse del rettore e delle istituzioni universitarie nel tutelare le studentesse e gli studenti, che intanto continuano a subire molestie e abusi di potere da parte dei docenti. Non ci accontenteremo di false soluzioni e di promesse campate in aria, ma pretendiamo una risposta immediata e ufficiale da parte del rettore, con cui garantisca l’istituzione di un centro anti violenza”.

“Non saremo vittime, non possiamo accettare di vivere in un’università che ci costringe a subire queste dinamiche malate per intraprendere il nostro percorso di studi. Purtroppo sappiamo bene che quello che è successo ad architettura non è un caso isolato, la retorica della mela marcia non regge di fronte alla realtà di un sistema che permette e prevede molestie e abusi di potere di ogni tipo, a Genova e in ogni ateneo. Come giovani e come studenti siamo stanchi di vivere in questo sistema marcio fino al midollo”. Queste le parole degli studenti di “Cambiare rotta”.

Gli studenti hanno organizzato una manifestazione per il 15 novembre per il secondo atto del “No Meloni day”. 

“Non ci piegheremo di fronte agli abusi e di fronte a questo sistema che calpesta il nostro futuro. Nel frattempo, non ce ne andremo da qui finché il rettore non prenderà provvedimenti risolutivi e immediati, istituendo uno sportello anti-violenza in università. Vittime mai!”. Spiegano gli studenti.

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