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Il Nano Morgante | L’insidia delle comodità

Il Nano Morgante | L’insidia delle comodità

Seguire un’idea personale e plausibile di esistenza conduce a trovarne una forma adattiva compromissoria, ragionevolmente compresa tra immateriale e materiale, in cui la natura implicitamente evolutiva umana riconosce necessità.

All’ opposto, l’ immacolata percezione materiale di sé, parafrasando una definizione di L. Wittgenstein, consiste perlopiù in una ricerca affannata di agiatezza. Un artificio che fagocita l’individuo, vittima invincibile della sua stessa auto-ingannevole idea di ben-essere.  

Questa percezione assegna plusvalore ad una vita contorniata da comodità inessenziali, disattenta al fatto che le comodità tanto divanizzano, quanto fragilizzano.  

Meglio dunque non restare assuefatti alla comoda passività suscitata dal mezzo mediatico, quale tramite di ordini del giorno mansuefatti e  colonizzati. 

Meglio sarebbe per l’ assuefatto desiderante maturare una critica d sé e rendersi dunque consapevole che uso & abuso di desideri  arrecano una serie di effetti collaterali, tali da ricordare il bugiardino di un farmaco.

Nella frenesia dell’attimo, gli agi consumistici  certamente soddisfano  aspettative mondane, nondimeno le reazioni avverse,  fino ad un certo livello asintomatiche, non scongiurano una sorte simile alla “rana bollita” di Noam Chomsky.

Un mal-stimato obiettivo-agiatezza grava sull’esistenza dell’essere umano contemporaneo, il cui esercizio eterodiretto della ragione trova in sé destino & destinazione.

Se dunque, morfologicamente, le comodità & gli agi  convincono dei loro attesi benefici,  concettualmente dichiarano la loro insidiosa ambiguità. Massimiliano Barbin Bertorelli