Per organizzare il traffico di droga dal Sudamerica fino alla Liguria Gabriele Silvano, l’imprenditore arrestato insieme al boss mafioso Salvatore Mario Lo Piccolo e altre quattro persone, si sarebbe rivolto a un’organizzazione criminale cinese per trasferire soldi da un capo all’altro del mondo.
E’ quanto emerso oggi dalle carte dell’inchiesta degli investigatori della Dia genovese coordinata dalla pm Monica Abbatecola.
Intanto, stamane gli indagati si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia.
Scena muta anche per l’avvocato indagato di favoreggiamento.
Silvano è accusato di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver agevolato la cosca mafiosa Tommaso Natale di Palermo, di cui faceva parte Lo Piccolo.
All’imprenditore è contestata anche un’estorsione ai danni dell’ex moglie, la detenzione di quattro pistole e 500 proiettili, oltre che l’organizzazione di un traffico di cocaina insieme a Enrico Bomarsi, al colombiano John Harold Ordonez Garcia e ai fratelli ecuadoriani Boris Jiampier Maruri Moreira, Victor Manuel Maruri Moreira.
Secondo gli inquirenti genovesi, per spostare i soldi (almeno 600mila euro) del presunto traffico di droga il gruppo si sarebbe avvalso “del sistema bancario parallelo fornito dall’organizzazione cinese che garantiscono un metodo di trasferimento protetto di denaro all’estero, assolutamente sicuro e riservato perché privo di tracciabilità”.
Il metodo consisterebbe “nella consegna del contante a una persona indicata dai fornitori che si occupa poi della rimessa a questi ultimi. In sostanza, per garantire il corretto e sicuro svolgimento del pagamento, prima della consegna del denaro, gli acquirenti ricevono un codice (token) corrispondente alla serie alfanumerica di una banconota che, all’esito dell’operazione, viene consegnata con l’indicazione manoscritta dell’importo corrisposto controfirmata dall’intermediario”.