Malagiustizia anche per quanto riguarda i minori. Ieri lo Stato italiano è stato costretto a riconoscere davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo (massimo organo giurisdizionale in Europa) che le autorità italiane, in questo caso liguri, hanno commesso “un errore” quando hanno deciso di non affidare una nipotina ai nonni che si stavano già prendendo cura del fratello poco più grande.
L’Italia è stata costretta ad ammettere di avere violato il loro diritto alla vita famigliare negandogli per sei anni l’affido della nipote e restringendo i contatti con la piccola.
Per questi “errori” dei giudici e dei responsabili dei Servizi sociali, lo Stato italiano dovrà versare verserà 10mila euro per danni morali più altri mille per le spese legali.
La vicenda si era iniziata oltre otto anni fa.
Dalle informazioni pubblicate dalla Cedu, che mantiene l’anonimato delle persone coinvolte, poco dopo la nascita della piccola, a causa della presunta incapacità dei genitori di esercitare la potestà genitoriale, il 24 marzo 2016 i giudici del Tribunale dei minori di Genova avviano un procedimento per dichiarare che la bimba è adottabile e ne affida la custodia al Comune di Borghetto Santo Spirito.
Poche settimane dopo i nonni chiedono l’affidamento e che la nipote possa cominciare a vivere con loro, ma la richiesta è rifiutata e la bimba è affidata a una famiglia di estranei.
Nel 2019 i nonni scoprono che la madre affidataria era la sorella della responsabile dei servizi sociali incaricati di seguire la nipote, quindi denunciano il fatto e tornano chiederne l’affido.
Ma i giudici genovesi ritengono che il fatto non sia significativo e rigettano nuovamente la loro richiesta confermando l’affidamento.
La coppia non demorde e riesce finalmente a ottenere vittoria nell’ottobre del 2022 davanti alla Corte d’appello. Ossia dopo sei anni.
Ieri è quindi arrivata la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha dato definitivamente ragione ai nonni e che ha condannato l’Italia a pagare danni e spese.