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Liguria: depositata la legge regionale sul suicidio assistito Liberi Subito

Marco Cappato: Servono garanzie e tempi certi per chi soffre

In Liguria è stata nuovamente depositata la proposta di legge regionale Liberi Subito, promossa dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare tempi e procedure per l’accesso al suicidio medicalmente assistito. Il testo, presentato durante una conferenza stampa alla presenza di Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione, mira a garantire tempi rapidi e modalità certe per i cittadini che desiderano accedere a questa procedura, in linea con quanto stabilito dalla sentenza n. 242/2019 della Corte Costituzionale.

Un quadro normativo chiaro per il suicidio assistito

La proposta di legge intende fornire un quadro chiaro e operativo per il Servizio Sanitario Regionale (SSR), al fine di rispondere alle richieste delle persone che soffrono in condizioni irreversibili e intollerabili. Secondo Cappato: «Oggi qui a Genova, in Liguria, è stata depositata la legge regionale liberi subito per dare tempi e procedure certe sul cosiddetto suicidio assistito, che è già legale in Italia in forza della sentenza con valore di legge della Corte Costituzionale. In Emilia-Romagna già esistono procedure regionali, si sta discutendo in tante altre regioni, in Toscana è passata in commissione la nostra proposta di legge, noi come associazione Luca Coscioni vogliamo che il servizio sanitario risponda alle persone che soffrono in tempi rapidi e certi e dia garanzie anche al personale sanitario su come deve agire e comportarsi per rispettare la volontà dei malati», ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, oggi all’incontro nella sede di Regione Liguria.

Marco Cappato ha poi aggiunto: «Già in Italia è legale a certe condizioni il cosiddetto aiuto il suicidio, aiutare una persona a terminare la propria vita, la propria sofferenza. Le condizioni sono stabilite dalla Corte. Funzionale se la persona è lucida con sofferenza insopportabile, irreversibile ed è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Il compito di questo aiuto è affidato dalla legge, dalla Corte Costituzionale, al servizio sanitario nazionale e quindi alle regioni. La nostra legge dell’associazione Luca Coscioni, la legge ‘Liberi Subito’, chiede che si definiscano tempi e procedure certe per dare risposta alle persone che chiedono di essere aiutate a morire affinché non accada più come è accaduto nelle Marche Federico Carboni, che per 2 anni sia tenuta senza nemmeno una risposta. Questo è un compito che la Regione può assolvere approvando questa proposta di legge. Mi auguro che le consigliere e i consiglieri regionali possano affrontare un dibattito non ideologico partendo proprio dalla sofferenza delle persone e dalla responsabilità dei medici».

Le condizioni per accedere al suicidio assistito

La sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, nata dal caso Cappato-Antoniani, ha reso legale il suicidio assistito in Italia, ma solo per persone che soddisfano precisi requisiti, quali: capacità di autodeterminazione; patologia irreversibile; sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili; dipendenza da trattamenti di sostegno vitale.

La verifica delle condizioni è affidata al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che deve seguire le modalità previste dalla legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), coinvolgendo i comitati etici competenti. Tuttavia, i tempi di risposta del sistema sanitario sono spesso incerti, come dimostrato dal caso di Federico Carboni nelle Marche, che ha atteso due anni senza ricevere risposte.

Sentenza 135/2024: ampliamento del requisito di sostegno vitale

La recente sentenza n. 135/2024 della Corte Costituzionale ha ulteriormente ampliato il concetto di trattamento di sostegno vitale, includendo procedure assistenziali eseguite da familiari o caregiver. Inoltre, il trattamento può essere considerato soddisfatto anche quando è stato legittimamente rifiutato dal paziente.

Campagna nazionale “Liberi Subito”

L’Associazione Luca Coscioni ha lanciato la campagna “Liberi Subito”, con l’obiettivo di raccogliere firme per promuovere proposte di legge regionali in tutta Italia. L’obiettivo è garantire un percorso rapido e trasparente per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, nel rispetto delle competenze regionali.

Un dibattito non ideologico per la dignità dei malati

Marco Cappato ha auspicato un confronto serio e privo di pregiudizi ideologici: «Il nostro obiettivo è mettere al centro la sofferenza delle persone e fornire ai medici le linee guida necessarie per agire nel rispetto della volontà dei malati. È tempo che le Regioni assumano le proprie responsabilità e garantiscano dignità e diritti a chi soffre».

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