“Doveva essere il simbolo del rilancio di Genova, il fiore all’occhiello della propaganda della destra ‘del fare’. Invece si sta trasformando nell’ennesimo disastro dai contorni sconcertanti.
Prima si scopre che il vincitore della maxi-gara d’appalto era già noto a chi avrebbe dovuto garantire l’interesse pubblico, poi lo stop del TAR per le irregolarità, poi l’imbarazzo dei fanghi tossici nei cassoni e i ritardi senza fine.
Oggi la diga è un cantiere bloccato tra extracosti, ricorsi e polemiche. Il clima tra Bucci e Webuild è un muro contro muro.
I costi schizzano di 300 milioni in un anno, i lavori rallentano, la consegna è incerta.
E chi pagherà? Sempre i cittadini.
Nel 2020 Bucci premiava Pietro Salini con la cittadinanza onoraria, lo celebrava come ‘ambasciatore del cambiamento’.
Oggi gli stessi protagonisti di allora litigano sulle cifre e sulle responsabilità, mentre le promesse di trasparenza e velocità crollano sotto il peso delle solite contraddizioni.
È imbarazzante che l’opera più grande del PNRR sia gestita così. La diga andava fatta per Genova, per le ricadute urbanistiche, sociali e occupazionali.
Invece vediamo solo foto e tagli di nastri.
Questa situazione fuori controllo è ormai inaccettabile. Chiediamo garanzie per i lavoratori e la rimozione di Bucci dall’incarico di commissario straordinario per l’opera”.
Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale e segretario Metropolitano del Pd a Genova Simone D’Angelo.
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