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Il Nano Morgante | Burocrazia a piede libero

Il Nano Morgante | Burocrazia a piede libero
Quel che resta di un tempio

La burocratizzazione – “processo irreversibile che tende a imprigionare gli uomini in una rete di regole minuziose e a sottometterli al potere, sempre più necessario e irresistibile, degli apparati disciplinari moderni”  cit. Max Weber –  è ormai protagonista della vita dell’ individuo.

In barba al vecchio rimedio del sig. Cynar contro il logorio della vita moderna, la vita contemporanea è tanto più logorata e logorante, nella misura in cui l’individuo gradisce rifugiarsi nelle regole e nella prudenza. 

Trattasi dell’ individuo burocratizzato e nevrotizzato da adempimenti amministrativi e da controlli diagnostici, che nei ritagli di tempo pattuglia le strade alla ricerca di forme di vita indisciplinata, verso cui scagliare anatemi e da segnalare alle Autorità preposte.

L’ irriverente premessa introduce un concetto (im)pertinente dinanzi alla  cieca osservanza delle regole: l’ epichéia (in sostanza, dal greco,  la capacità individuale di giudicare autonomamente di volta in volta, se è o non è il caso di applicare il diritto positivo, in relazione alla sua funzione preposta).

Nell’ antica Grecia l’individuo rivendicava a sé l’ autonomia di pensiero, anche per valutare i presupposti etico-logici delle regole e al buon senso, rispetto al proprio agire.

Ai tempi nostri, differentemente, tanto l’ individuo non ri-conosce l’ epichéia come autonoma modalità del pensiero, quanto l’ Autorità, implementando a dismisura la già strabordante burocrazia a piede libero, confida molto sulla sua indole acritica e nomofilattica.

Messa dunque fuori legge l’eversione di ogni “pensiero selvatico” (cit. Leo Strauss), resta in vigore un individuo accanito sostenitore del tipo di ben-essere promosso dal’ Autorità: in specie, persino della medicalizzazione della vita, processo attraverso il quale l’individuo sano viene sollecitato, parimenti al malato, al fine di sottoporlo a premurosi e costosi controlli salutistici. 

Se dunque, per Dante Alighieri (Canto XVIII Paradiso) , l’individuo “di giorno in giorno si accorge di accrescere la propria virtù”, per converso, l’ individuo burocratizzato e nevrotizzato, giorno dopo giorno, non si accorge di assomigliare al tacchino di Bertrand Russell, che crede nella bontà del padrone perché ogni giorno gli porta il cibo. Massimiliano Barbin Bertorelli