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Chiedi a me, progetto della Regione per le persone in attesa al Pronto Soccorso

L'assessore Massimo Nicolò

E’ in fase di partenza, a maggio 2025, l’iniziativa della Regione Liguria “Chiedi a me” per aiutare le persone in attesa nei Pronto Soccorso della Liguria.

Nel contempo il servizio intende aiutare ed informare i parenti delle persone ricoverate in quale punto e in quale situazione si trovano i ricoverati.

Sono in fase di creazione ed istruzione i “facilitatori”, prevalentemente volontari di associazioni già operanti nel settore, dotati di casacche di riconoscimento che assisteranno i pazienti ospitati e i loro familiari.

E’ stata anche creata, da Liguria Digitale, “PS Tracker” una semplice applicazione dedicata ai pazienti e ai parenti degli stessi proprio per seguire ed interagire e non “lasciare soli”, i pazienti stessi.

«Io credo che si tratti di una bellissima iniziativa che abbiamo in qualche modo istituzionalizzato», precisa l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò. 

«Si tratta – aggiunge l’assessore – di un servizio di accoglienza che mettiamo a disposizione nei pronto soccorso di Regione Liguria e che consiste nel fatto che ci saranno delle persone debitamente formate dagli psicologi del territorio per accogliere i familiari, dargli una sorta di assistenza anche emotiva, empatica, oltre a capire quali sono i loro bisogni, soprattutto ai fini del rapportarsi con i loro cari che sono ricoverati all’interno del punto soccorso. In pratica loro funzioneranno da tramite, anche per cose semplici che magari a noi possono sembrare banali, ma per chi è nel pronto soccorso in quel momento non lo sono,  dando una parola di conforto da dire qui al proprio caro, una carezza, dare una bottiglietta d’acqua, un conforto e nello stesso tempo fare la l’azione inversa, cioè comunicare ai familiari le necessità del proprio caro che si trova all’interno del pronto soccorso, quello di cui ha magari bisogno, magari cose semplici, ma che sono un gesto di solidarietà, di empatia e soprattutto sono finalizzati anche a prevenire tutte quelle situazioni che potrebbero sfociare in situazioni che possono anche sfociare in atti di aggressione verbale, per non dire fisica». 

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