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Bonus a casalinghe genovesi, DSP: lavoro domestico è lavoro vero. Altro che patriarcato

Mamma con il suo bambino (foto di repertorio)

“Apprendiamo con una certa dose di ironia che il Partito Democratico vuole ‘liberare le casalinghe dal patriarcato’, mentre il centrodestra, con Pietro Piciocchi in prima linea, si lancia nella beatificazione della donna come ‘angelo del focolare’.

Da una parte le ‘slide’ progressiste, dall’altra le omelie. Genova, evidentemente, per loro non merita niente di meglio”.

Lo ha dichiarato ieri Francesco Toscano, candidato sindaco di Genova per Democrazia Sovrana Popolare.

“È curioso, diciamo pure tragicomico – ha aggiunto Toscano – che proprio chi ha governato ininterrottamente questa città negli ultimi sette anni si risvegli oggi con la rivelazione mistica della centralità delle donne. F

ino a ieri, le casalinghe per loro erano invisibili. Nessuna misura concreta, nessun riconoscimento economico. Solo premi di consolazione come pannolini in omaggio, bonus una tantum e un po’ di retorica impolverata.

Ma quando si tratta di mettere mano al portafoglio pubblico per riconoscere che sì, il lavoro domestico è lavoro vero, allora cala il silenzio.

Le donne? Da ascoltare solo se non disturbano, da aiutare solo se resta qualcosa nel fondo cassa. E comunque gratis.

Democrazia Sovrana e Popolare non fa né marketing rosa né nostalgismo da presepe. Sta con le donne vere. Quelle che tengono insieme famiglie intere, spesso senza orari né tutele, senza ferie né stipendio.

Proponiamo misure serie. Reddito per il lavoro domestico, diritti per chi si occupa di figli, anziani e disabili, tutela per le madri, rispetto per le nonne. Tutto ciò che gli altri si guardano bene dal fare.

La sinistra liberal ha costruito un femminismo da salotto, fatto di hashtag e convegni. La destra invece distribuisce baby kit e benedizioni come fossero indulgenze.

Noi parliamo di giustizia sociale, non di marketing. E a Genova vogliamo portare dignità vera. Anche, e soprattutto, per chi è sempre stata dimenticata.

Basta recite, basta messa in scena. È tempo di restituire valore al lavoro invisibile. È tempo di cambiare”.