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Usura a Genova, pm: condannate Sechi e gli altri. Chiesti 31 anni di reclusione

Omicidio Pontedecimo, il vigile presente si difende davanti al pm
Tribunale di Genova (foto d'archivio)

Il pm genovese Federico Manotti ieri ha chiesto la condanna per tre persone accusate di gestire un giro di scommesse clandestine e usura nel capoluogo ligure.

In particolare, sono stati chiesti 12 anni per Roberto Sechi, 13 anni e sei mesi per Giovanni Bizzarro, e sei anni per Fabio Praticò.

I tre erano stati arrestati l’anno scorso. Secondo l’accusa, era emerso che Sechi e Praticò avrebbero “spillato” alle vittime centinaia di migliaia di euro applicando tassi dal 10 al 20% mensile, ma in alcuni casi anche del 20% settimanale.

Sechi era stato condannato nel 2006 con sentenza definitiva a cinque anni e quattro mesi, perché riconosciuto partecipe di un sodalizio di stampo mafioso presente sul territorio genovese e capeggiato dalla famiglia Fiandaca, di origine nissena.

Nei mesi scorsi, oltre a Sechi, Bizzarro e Praticò, erano finiti nei guai altre 6 persone. Il gruppo, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe messo in piedi un sistema di raccolta di scommesse clandestine su eventi sportivi, gestito tramite gruppi WhatsApp.

Alcuni scommettitori, spesso ludopatici, per ripianare le perdite chiedevano soldi, alla stessa banda che avrebbe applicato i tassi usurari.

Gli scommettitori, secondo gli inquirenti, potevano giocare formulando le puntate sugli eventi sportivi, maturando un debito corrispondente alla somma che avevano scommesso.

Alcuni giocatori, in caso di perdita, si indebitavano a tal punto da non riuscire a restituire le somme di denaro giocate.

La prossima udienza è il 19 maggio quando potrebbe essere letta la sentenza.