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Caos carceri Liguria: aggressione a Marassi, tentativo a Sanremo

Marassi, detenuto tenta il suicidio in carcere: salvato dagli agenti della Penitenziaria
Il carcere di Genova Marassi

La denuncia del sindacato Sappe

E’ successo davvero di tutto, negli ultimi giorni, nelle carceri di Marassi, a Genova e Sanremo. 

La denuncia arriva dal Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario della Liguria Vincenzo Tristaino.

“Oramai è sempre la solita storia e alla fine a rimetterci è sempre il personale di Polizia Penitenziaria che nonostante tutto continua a lavorare con spirito di sacrificio e abnegazione. Nelle ultime ore, a Marassi, due Agenti di Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti dopo avere bloccato un detenuto straniero che stava aggredendo una infermeria mentre nel carcere di Valle Armea, a Sanremo, un altro ristretto ha minacciato i poliziotti con un bastone. La situazione è veramente pesante e lavorare così è sempre più difficile e pericoloso”.

Tristaino “chiama a raccolta” le istituzioni ed i politici della Liguria: “E’ fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per tutte le strutture detentive liguri, che sono contrassegnate, chi più chi meno, da deficiente organiche e talvolta anche organizzative. Non esiste al mondo, ad esempio, che la città di Savona non abbia ancora quel carcere che, a parole, tutti dicono di volere ma che è invece ancora scritto nel libro dei sogni. Ed è stato un grave errore politico sopprimere, a Genova, il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, accorpando tutto a Torino. Genova deve tornare ad avere un proprio Provveditorato regionale, con autonomia organizzativa e gestionale, certamente utili ai servizi di Polizia Penitenziaria ed alla gestione dei detenuti, così come recentemente è stato fatto per l’Umbria e l’Abruzzo, per le quali il Governo ha riaperto i due Provveditorati soppressi con il Decreto Ministeriale del 2 marzo 2016, che decretò in realtà riforma totalmente inefficace, creando numerose problematiche e disfunzioni sia a livello centrale che periferico. Chiedo a tutti loro –  parlamentari, istituzioni regionali, politici – di pressare il Governo in tal senso”, conclude.

Per il Segretario Generale del SAPPE, “quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, detenuti che sono oggi quasi 20.000 a fronte delle oltre 62mila presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute”. “Si riparta da questi gravi fatti caduti nelle carceri di Marassi e Sanremo per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato”, conclude il leader del SAPPE. “Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. E non è certo l’affettività in carcere a favore dei detenuti la priorità di intervento per il sistema carceri!”.