Presunta aggressione fascista che non c’é
Il sindacalista della Cgil che martedì 15 aprile ha denunciato di avere subìto un’aggressione “di stampo fascista” da due persone che “hanno urlato comunista di m…” e “fatto il saluto romano” a Sestri Ponente è stato sentito giovedì 24 aprile in Procura a Genova come persona informata sui fatti.
A seguito delle sue dichiarazioni al pm e stante le tempestive e dettagliate indagini degli investigatori della Digos, che hanno riscontrato varie incongruenze nel suo racconto, è stato poi iscritto nel registro degli indagati per simulazione di reato.
In sostanza, di fronte al pm, avrebbe ritrattato e avrebbe ammesso di essersi inventato quella parte politica del racconto in quanto “fascismo” e fantomatici “fascisti” con quei presunti fatti non c’entrano nulla.
Pertanto, la Procura continua a indagare su vicende personali e per capire se anche l’aggressione fisica ci sia stata o no, considerando il referto di 5 giorni di prognosi rilasciato la mattina di martedì 15, forse frettolosamente, dai medici del Pronto soccorso del Villa Scassi.
In ogni caso, la notizia è stata diffusa soltanto stamane, in primis dal quotidiano Il Secolo XIX, probabilmente perché gli inquirenti hanno usato cautela, dato che già alla vigilia del 25 aprile si erano registrate tensioni in città.
La stessa motivazione per cui gli investigatori della Digos, temendo una reazione di eventuali estremisti, hanno agito con tempestività nel fissare i dettagli dei fatti contestati ora dalla Procura ovvero la presunta simulazione di reato.
E’ bene ricordare che, senza verificare i fatti denunciati né attendere almeno i primi esiti delle indagini, la candidata sindaca per il centrosinistra Silvia Salis, a fianco dello Stato maggiore del Pd e centinaia di “antifascisti”, incluso il procuratore aggiunto Francesco Pinto, lo stesso martedì 15 erano scesi in piazza a Sestri Ponente agitando lo spauracchio del fascismo a Genova.
Tuttavia, dopo un paio di giorni, il sindacalista della Cgil aveva ritirato la denuncia-querela presentata al Commissariato di Cornigliano. Infatti, in quelle ore, si era già sparsa la voce, anche sui media, che gli investigatori della Digos avevano riscontrato varie incongruenze nel suo racconto.
Nonostante le evidenze, però, i responsabili della Cgil non si erano nemmeno scusati con i genovesi.
Anzi, avevano attaccato gli esponenti del centrodestra soltanto perché, in sintesi, avevano spiegato che “il fascismo a Genova non c’é” e avevano addirittura espresso “preoccupazione per la fuoriuscita di notizie che potrebbero mettere a rischio le stesse indagini”.
Poi, cercando di spiegare il ritiro della denuncia-querela da parte del loro sindacalista, avevano perfino dichiarato in un comunicato ufficiale (peraltro ad oggi non ancora cancellato dal sito web della Cgil Liguria): “Il sindacalista della Fillea che ha dichiarato di aver subito una aggressione, pur confermando i fatti, ha ritirato la denuncia. La forte pressione emotiva alla quale si è sentito sottoposto in queste ore lo ha indotto ad arrivare a questa decisione che va rispettata. Tuttavia la Cgil ritiene che non vadano interrotte le indagini che devono far completa luce su quanto accaduto con l’obiettivo di fare chiarezza su un episodio di estrema gravità”.
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