Dare ai giovani gli strumenti della libertà. Un Forum internazionale per ripensare la scuola.
1-2 febbraio 2020 – Camogli, Hotel Cenobio dei Dogi
Venti personalità italiane protagoniste del mondo della cultura, dell’economia e della società civile si incontrano a Camogli per contribuire al dibattito nazionale e internazionale sul futuro dei sistemi educativi.
Obiettivo: formulare una proposta condivisa per lo sviluppo e la riorganizzazione del mondo della formazione, dalla scuola primaria all’università.
Il Festival della Comunicazione, nato sei anni fa da un’idea di Umberto Eco, organizza una round table centrata sul tema cruciale e non più procrastinabile dell’educazione. Una “due giorni” dedicata al rinnovamento della scuola pubblica come priorità strategica per il nostro Paese, per dare nuova forma al sistema educativo, alla luce della trasformazione in atto, che investe non solo i mercati ma la società nel suo insieme: il rinnovamento dei processi produttivi, le nuove professionalità, i gap cognitivi e conoscitivi da colmare, l’acuirsi delle disuguaglianze e dell’incertezza di fronte al crescere della complessità, le opportunità offerte da ricerca e innovazione tecnologica per accrescere la giustizia sociale. La scuola di oggi accusa due gravi mancanze: non è più ascensore sociale e non produce più ragazzi che sanno pensare da soli, ossia persone libere e capaci di progettare se stesse nello spazio (anche) civile.
L’incontro, che si terrà sabato 1 e domenica 2 febbraio 2020 a Camogli (Genova), si concluderà con la stesura di un documento di sintesi, che raccoglierà gli allarmi e le criticità ma anche le tante risorse a disposizione del sistema educativo attuale, gli asset da potenziare, gli spunti dall’estero, le buone pratiche locali da estendere a livello nazionale e un quadro dei punti di convergenza ovvero di confronto aperto in merito alle priorità di azione nel breve e nel lungo termine. La forza dell’incontro sta infatti nel rompere il diaframma fra posizioni diverse e ricercare punti di intersezione. L’evento, finalizzato a preparare un grande Forum nazionale sull’Educazione, è patrocinato dalla Rai, che sostiene l’iniziativa “per il valore sociale e divulgativo della manifestazione”, e dal Comune di Camogli.
Tra gli ideatori: Stefania Giannini, Direttrice del settore Education dell’Unesco, che inquadrerà il caso italiano nel più generale contesto europeo e internazionale; Fabrizio Barca, Coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, che offrirà uno sguardo puntuale sul rilievo sociale che l’educazione riveste; Federico Fubini, Vicedirettore del Corriere della Sera, autore della recente indagine sulla situazione scolastica italiana, raccontata nel libro La maestra e la camorrista e il Sindaco di Milano Beppe Sala.
Con loro parteciperanno: il Presidente di Generali Gabriele Galateri, la Vicedirettrice generale della Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli, l’ex Magistrato Gherardo Colombo, il Direttore Rai Radio3 Marino Sinibaldi, l’Economista della London Business School Lucrezia Reichlin, il Direttore Marketing e Operations di Microsoft Barbara Cominelli, il coordinatore del gruppo “Educazione” del Forum Disuguaglianze e Diversità Marco Rossi Doria, il direttore del gruppo di staff del Forum Disuguaglianze Diversità e referente della cooperativa Dedalus di Napoli Andrea Morniroli, il Direttore di Scienza Nuova Torino Maurizio Ferraris, l’Economista Salvatore Bragantini, il Responsabile nazionale prove Invalsi Roberto Ricci, la General Manager di Pearson Italia Mila Valsecchi, il Professore di Management alla Scuola Superiore Sant’Anna Alberto Di Minin, il Country Manager di Audible Italia Marco Azzani, il Direttore di Wired Federico Ferrazza.
Promotore è il direttore del Festival della Comunicazione Danco Singer, che ha così sintetizzato l’iniziativa: “Il progetto ha una grande rilevanza sociale, sia per la varietà dei punti di vista da cui viene affrontato il tema della formazione sia per la concretezza degli obiettivi e delle risposte che intende offrire. La professionalità delle persone che partecipano a questo tavolo di lavoro – e che hanno deciso di mobilitarsi attivamente – enfatizza l’attenzione che diamo al tema dell’uguaglianza di accesso al sistema educativo e alla funzione di promozione sociale e culturale della scuola. Intendiamo dar vita ad un Forum che ponga al centro la scuola nel senso più completo del termine, dalla primaria all’università. Un tavolo di lavoro che mira a tradursi in una proposta di sviluppo e riorganizzazione del sistema della formazione e dell’apprendimento. Un evento plurale di grande impatto. Ciò che sarà dell’Italia nei prossimi anni dipende dall’efficacia della scuola di oggi e di domani”.
Un elemento nodale riguarda la necessità di mettere al centro della riflessione il tema dell’uguaglianza di accesso al sistema educativo, perché è difficile pensare davvero di innovare questo sistema se la scuola continua a rimanere ferma, come negli ultimi anni, nella funzione di promozione sociale e culturale e se la probabilità di finire bene la scuola, di imparare e di utilizzare la conoscenza acquisita per vivere la vita che è nelle proprie possibilità, continuerà a dipendere fortemente dal luogo di nascita e dalla ricchezza e status sociale della famiglia di origine. A essere discriminati non sono solo i “poveri”, ma tutte le ragazze e ragazzi per cui le condizioni della “lotteria della nascita” sono determinanti nel negare la “libertà sostanziale” di cui oltre; e di tale negazione fa parte non solo il fatto di apprendere ma anche la possibilità di utilizzare ciò che si è appreso.
Un secondo punto riguarda l’importanza di inserire il ragionamento e le proposte dentro una cornice di tutela e promozione della funzione della scuola pubblica. Partendo da politiche che sappiano sostenere e sviluppare quelle tante scuole e quei tanti docenti che superano la prospettiva trasmissiva dell’insegnamento e che sono capaci di effettiva innovazione e, al contempo, si impegnano a dare di più alle parti deboli, alle parti forti e talentuose e alle parti da scoprire che ogni bambino ha. Per far sì che ciò avvenga la scuola deve assolvere in primo luogo alla sua fondamentale funzione “repubblicana”.
Se dunque in questo secolo ogni scelta politica dovrà avere come fine la cura del pianeta e delle persone, del benessere collettivo e della giustizia sociale (planet, people and prosperity, secondo il principio costitutivo dell’Agenda 2030 dell’ONU), l’educazione deve diventare l’oggetto primario di attenzione. È infatti l’unico strumento con cui, nel medio e lungo termine, si può realizzare il cambiamento culturale di cui c’è bisogno per applicare efficacemente un nuovo modello di sviluppo (no one left behind).