Spesso si sente parlare di devoluzione del 5 per mille, ma di cosa si tratta esattamente?
In poche parole, si tratta di una particolare misura fiscale che permette ai contribuenti di destinare una piccola parte della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (ovvero l’IRPEF) a enti che operano in settori di particolare rilevanza sociale.
Tra essi rientrano, ad esempio, gli ETS (Enti del Terzo Settore) le ex ONLUS, associazioni sportive o di volontariato e così via. Lo scopo, in concreto, è quello di finanziare enti che svolgono attività che siano socialmente apprezzabili.
È bene, però, far chiarezza su un altro aspetto. Scegliere di devolvere il 5 per mille a un determinato ente, non implica nessun costo aggiuntivo. Ciò vuol dire che per il contribuente individuare un ente a cui attribuire il 5 per mille oppure non far nulla, non implica nessun cambiamento in termini economici.
A chi devolvere il 5 per mille?
Scegliere a chi dare 5 per mille non è semplice, poiché sul territorio operano molteplici associazioni. Tuttavia, con alcuni consigli, si potrebbe prendere una decisione con maggior accortezza. Tra questi si possono citare:
- Valutare le attività svolte dall’ente: esaminare i bilanci pubblicati dall’ente negli anni precedenti è cruciale per capire come vengono gestiti i fondi. Inoltre, è bene guardare i risultati concreti ottenuti dall’associazione nel suo ambito di intervento. Ad esempio, se si tratta di un’organizzazione benefica, è bene comprendere quanti progetti sono stati completati o qual è stato il beneficio che hanno apportato alla comunità;
- Considerare l’affidabilità dell’organizzazione: di grande importanza è cercare opinioni e recensioni sull’ente pubblicate da fonti affidabili e controllare se l’organizzazione è stata coinvolta in scandali o problemi legali. In più, può essere utile verificare se l’ente ha ottenuto certificazioni di qualità o riconoscimenti per la sua gestione e trasparenza.
- Storia e continuità: un’organizzazione con una lunga storia e una continuità nelle attività è spesso affidabile. La stabilità e la crescita nel tempo dell’ente, infatti, possono essere indici della capacità di usare il 5 per mille in modo efficace;
- Scegliere un’associazione che rispetta i propri valori: per scegliere l’organizzazione a cui destinare questa somma bisognerebbe riflettere su quali sono le cause che stanno più a cuore (es. ambiente, salute, educazione, diritti umani) e scegliere un ente che opera in questi ambiti;
- Verificare l’area geografica di intervento: è importante decidere se sostenere un ente che opera in una comunità locale oppure preferirne uno che ha un impatto nazionale o internazionale. Alcune persone preferiscono vedere gli effetti del loro contributo nel proprio territorio, mentre altre vogliono sostenere cause più ampie;
- Confrontare diverse organizzazioni: se ci sono più organizzazioni che operano nello stesso settore, confrontare le loro attività, la trasparenza, e l’impatto sociale permette di decidere quale sembra offrire il miglior rapporto tra investimenti ricevuti e risultati;
- Esaminare la governance dell’ente: un altro importante consiglio è quello di verificare la composizione del consiglio direttivo e la struttura di governance. Un consiglio direttivo forte e indipendente è indice di buona gestione. Inoltre, bisognerebbe controllare se l’ente ha politiche interne chiare e trasparenti, come codici di condotta, politiche anti-corruzione, e procedure per la gestione dei fondi.
Come va destinato il 5 per mille?
Destinare il 5 per mille nella dichiarazione dei redditi è un’operazione molto semplice da fare. Ogni anno, nel momento in cui si deve redigere la dichiarazione dei redditi si ha la possibilità di indicare il beneficiario del 5 per mille. Ma come si fa esattamente?
Sul modulo della dichiarazione sono presenti, in una apposita sezione, diversi riquadri, ognuno dei quali indica una determinata categoria. Ad esempio attività sociali, ricerca sanitaria, attività di ricerca scientifica ecc. Per poter destinare il 5 per mille basta solo scegliere uno dei riquadri, apporre il codice fiscale dell’ente che si vuol aiutare, firmare e il gioco è fatto.