Diritti e libertà di pensiero. Il consiglio comunale di Genova oggi ha respinto la mozione che invitava il sindaco e la giunta a revocare l’affissione dei manifesti Pro Vita, con i 21 voti contrari della maggioranza e i 14 favorevoli della minoranza.
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A presentare il documento era stato il centrosinistra, con il sostegno del Movimento 5 Stelle, ma già in riunione capigruppo era chiaro che la decisione sarebbe stata contraria visto che la maggioranza voleva far scattare l’inammissibilità della discussione in aula per “mancanza di interesse pubblico”.
A Genova i manifesti erano stati imbrattati e, in tal senso, i responsabili di Pro Vita avevano parlato di “metodi fascisti”.
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La minoranza a Tursi ha contestato il fatto che sui manifesti la pillola abortiva venga paragonata a un veleno e sostiene che il messaggio sia “fuorviante, inopportuno e lesivo della sensibilità delle donne”, oltre che “un attacco ai loro diritti duramente conquistati con decenni di lotte e battaglie sociali”.
Nei giorni scorsi, dopo le manifestazione e le azioni contro i manifesti, il Comune di Genova aveva chiarito con una nota che non avrebbe fatto nulla per rimuoverlo.
“In altre città come Roma, Torino, Milano e Bergamo i sindaci hanno invece preso la decisione di togliere i manifesti e di vietarne l’affissione futura” hanno ricordato i consiglieri del gruppo Pd.