A Genova Quarto le fotografie di Maria Luisa Trebian, a cura dell’IMFI–Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli 29 marzo – 31 maggio
A Genova Quarto le fotografie di Maria Luisa Trebian nello Spazio IMFI | Spazio 21 Via Giovanni Maggio, 4 – Genova Quarto
Orario di visita alla mostra:
lunedì, martedì, giovedì dalle 14 alle 17 venerdì e sabato dalle 14 alle 19 Info: 339 722 8865 Inaugurazione sabato 29 marzo 2025 ore 16.00 Presentazione con la partecipazione di Maria Luisa Trebian, Natale Calderaro, Elisabetta Ghezzi, Luigi Maccioni, Davide Maria Mezzanotte, Paolo Francesco Peloso, Rossella Soro. Letture di Danilo Leonardini, Gruppo teatrale Stranità
La mostra IL RESPIRO E LO SGUARDO, allestita nello Spazio IMFI, è un’antologia di 45 fotografie distribuite nel percorso espositivo in quattro aree tematiche: SALONE DI BELLEZZA, ATTIVITÀ, CONVIVIALITÀ, RIPOSO. Sono immagini cariche di umanità e poesia, catturate nel 1974 dall’allora giovanissima fotoreporter genovese Maria Luisa Trebian nell’Ospedale Psichiatrico San Giovanni di Trieste, diretto da Franco Basaglia.
Le accadde, in quella circostanza, di assistere e partecipare a un evento storico-sociale di grande intensità emotiva che le permise di documentare, autorizzata dallo stesso direttore Franco Basaglia, il percorso di sperimentazione e ricerca in atto all’interno di una realtà in divenire, un manicomio in apertura.
Un percorso che sarebbe sfociato nella legge 180 del 1978, che sanciva la chiusura degli Ospedali Psichiatrici, fortemente voluta da Basaglia. Una testimonianza sui profondi cambiamenti che erano stati avviati già dall’agosto 1971, da quando Franco Basaglia era divenuto direttore dopo le esperienze a Gorizia (1968-1970) e Colorno (1970-1971).
Nel 1974 al San Giovanni si respirava un’aria nuova: i degenti potevano muoversi liberamente tra i reparti e potevano anche uscire e riappropriarsi della propria identità. Maria Luisa Trebian fissa nei suoi scatti alcuni significativi momenti del cambiamento in atto.
Sono fotografie che parlano di una quotidianità condivisa e trasmettono un’atmosfera distesa, volti sereni ritratti nel nuovo “luogo di cura”, il neonato “salone di bellezza”, i momenti di impegno attivo, la consumazione del cibo e il riposo riconosciuto come valore.
Fotografie “normali” che proprio attraverso questa “normalità” testimoniano il radicale cambiamento avvenuto. Sono foto di pazienti che collaborano, che vogliono partecipare, che accettano la presenza della fotografa nel loro quotidiano. Nessun camice, nessuna divisa, nessun ostacolo. Persone che, libere di muoversi, cominciavano a respirare un’aria nuova, a camminare, a sorridere, sognare e raccontare i propri pensieri, ritornando ad avere una loro identità, cittadini con un nome e cognome, un indirizzo, una professione e tante storie da raccontare.
Si tratta di immagini ben lontane da quelle scattate da Gianni Berengo Gardin e Carla Cerati – che su richiesta di Basaglia erano andati a fotografare le condizioni di vita di alcuni manicomi italiani -, pubblicate solo pochi anni prima (1969) nel libro-documento di denuncia Morire di classe, il libro che contribuì ad aprire la strada al processo di riforma degli ospedali psichiatrici in Italia.
«Ma questa mostra – spiega Rossella Soro, vice presidente dell’IMFI – Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli – ha anche un altro valore aggiunto: la narrazione dell’incontro tra la fotografa e un paziente dell’ospedale, Olindo Guina, interessato e partecipe fin da subito al reportage fotografico, affianca con garbo e gentilezza Maria Luisa Trebian facendole da “guida” discreta e silenziosa all’interno degli spazi del San Giovanni e trasforma la già profonda esperienza vissuta in qualcosa di unico e toccante.
Alla fine, le consegnerà un componimento in versi a lei dedicato, pubblicato nel catalogo e visibile in mostra, dove la evoca come Marisa. Nella mostra si trova testimonianza di questo incontro, che a noi piace pensare come un inaspettato regalo, esito della “cura” voluta da Franco Basaglia».
In occasione della presentazione verrà anche proiettato il film Una giornata in montagna, realizzato con la regia dello stesso Olindo Guina durante un laboratorio filmico tenutosi in quel periodo al San Giovanni grazie allo Studio di Monte Olimpino – Laboratorio di Cinema e Ricerca, coordinato dal fotografo Andrea Piccardo. «La proiezione è resa possibile dalla generosa collaborazione dello stesso Andrea Piccardo a cui va la nostra riconoscenza», conclude Soro.
IL CATALOGO
Alla mostra è associata la pubblicazione del catalogo, edito da De Ferrari. Il volume offre un approccio diretto alle immagini esposte in mostra ma anche un’ulteriore contestualizzazione storico-scientifica grazie ai contributi, oltre a quello di Maria Luisa Trebian, di altre autrici ed autori che, a diverso titolo, hanno offerto apporti e riflessioni: Natale Calderaro, Elisabetta Ghezzi, Luigi Maccioni, Davide Maria Mezzanotte, Paolo Francesco Peloso, Rossella Soro.
MOSTRA E CATALOGO a cura dell’IMFI, Istituto per le Materie e le Forme Inconsapevoli.
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