Piuma, un cane di taglia piccola di Pietra Ligure, ha rischiato di morire, tra atroci sofferenze, se la sua proprietaria non si fosse accorta che, durante la passeggiata, aveva rapidamente ingoiato una bustina di topicida che qualcuno, illecitamente, aveva sistemato nelle aree comuni di un condominio.
E’ accaduto in via dei Baracchini e soltanto le immediate cure del veterinario hanno salvato la bestiola; un esposto alla Procura della Repubblica ed al sindaco di Pietra Ligure è già stato inoltrato dalla proprietaria del cagnolino, per chiedere l’accertamento di responsabilità penali a carico dell’autore che, pare, non sia nuovo allo spargimento di veleno.
Del caso si stanno interessando anche le guardie zoofile volontarie della Protezione Animali, che temono vi siano altre esche che potrebbero uccidere, se già non lo hanno fatto, gatti liberi ed animali selvatici; è peraltro compito del comune di Pietra Ligure provvedere sollecitamente alla bonifica della zona. La Protezione Animali savonese sta operando da anni per cercare di indirizzare le amministrazioni comunali e condominiali verso sistemi meno feroci e più efficaci di contenimento delle popolazioni di topi, che consistono essenzialmente nel ridurre le disponibilità alimentari ed evitare l’accesso ai locali che contengono cibo, favorendo quindi la naturale riduzione della fertilità della specie; soluzioni simili sono già in corso di applicazione con buoni risultati in diverse città italiane.
L’uso delle esche avvelenate è consentito solo ad aziende certificate e con attrezzature mirate alla sola specie bersaglio ma, terminata la somministrazione, la popolazione ricomincia a crescere molto velocemente ristabilendo la situazione precedente; il veleno utilizzato (a base di dicumarone) provoca nei soggetti imponenti e ritardate emorragie interne che, tra atroci dolori, li spinge a ricercare l’acqua da bere, dove poi muoiono, inquinandola con pericolo per l’incolumità pubblica.