A rischio le culture per l’innalzamento del mare, servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio in Liguria
A rischio le culture per l’innalzamento del mare, il rischio è che con la penetrazione dell’’acqua salata nell’entroterra, brucino le coltivazioni nei campi, costringendo all’abbandono l’attività agricola già sotto pressione per i cambiamenti climatici, tra siccità, incendi e maltempo.
E’ quanto afferma Coldiretti Liguria nel commentare l’allarme lanciato dalla Nasa secondo la quale il livello del mare lungo le coste italiane sembra destinato a salire nei prossimi anni con un aumento stimato tra i 30 e gli 80 centimetri entro il 2100.
Un mutamento già in atto che aggrava le perdite provocate dai cambiamenti climatici all’agricoltura italiana pari a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni per i danni provocati alle coltivazioni e alle strutture dagli eventi estremi causati dalla tendenza alla tropicalizzazione.
“Uno scenario preoccupante per il futuro dell’economia agricola del nostro territorio – commentano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -.
La risalita del cuneo salino, ossia l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni agricoli.
Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.
In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero proposti da Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Per questo è necessario accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.