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A Roma per la guerra, a Genova in piazza per la pace e contro il riarmo

Genova, manifestazione per la pace e contro il riarmo organizzata da Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione)

Dal centro alle periferie. Con lo slogan “Fermiamo l’Europa!” circa duecento genovesi ieri sono scesi in piazza De Ferrari (largo Pertini) per la manifestazione, in contemporanea con quella lanciata a Roma dalla sinistra alla quale hanno partecipato i sindaci liguri di Savona Marco Russo (Pd), di Vobbia Simone Franceschi e di Fontanigorda Bruno Franceschi.

La manifestazione per la pace e contro il riarmo a Genova è stata invece organizzata dal consigliere comunale Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) che da sempre si batte contro l’invio di armi al regime di Kiev.

In largo Pertini, tra gli altri, anche il professore universitario genovese Paolo Becchi.

“La candidata sindaca del Pd Silvia Salis – ha spiegato Crucioli – nei giorni scorsi ha parteciato a una manifestazione a favore dell’Europa, di quell’Europa che oggi attraverso Ursula von der Leyen dice ‘pace attraverso la forza’ e ‘trasformeremo i risparmi privati in investimenti necessari’.

Come si fa a dire senza ipocrisia e senza contraddizioni che si è a favorevoli all’Europa, ma non al riarmo dei Paesi europei, come dichiarato recentemente dalla segretaria del Pd Elly Schlein, e nello stesso tempo a scendere in una piazza pro Europa che avalla l’attuale leadership di von der Leyen?

E dove sta la coerenza nel presentarsi in quella piazza pretendendo di rappresentare una coalizione all’interno della quale c’è chi, come il M5S, nello stesso momento a Bruxelles sta protestando contro il riarmo?”.

Ieri, poco distante da largo Pertini, davanti a Palazzo Ducale, è stato inoltre organizzato un altro presidio contro il riarmo con un centinaio di persone chiamati in piazza da Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano e Potere al Popolo insieme alla Sinistra anticapitalista.

“A piazza del Popolo – ha commentato il prof. genovese Paolo Becchi – abbiamo visto degli anziani che tanto sanno che l’elmetto non lo metteranno mai. Perso ogni valore, ogni convinzione di un tempo, si attaccano a una bandiera che non è la loro come ad un àncora di salvataggio.

Non è bastato loro l’euro, ora vogliono le armi per difendersi da un nemico immaginario. E per questo sono disposti anche a farsi svuotare il portafoglio. Questa è una Italia, quella che controlla al momento tutti i mezzi di comunicazione.

Loro sono il centro. Poi c’è la periferia.

Piazza Bocca della Verità a Roma e le altre piazze di piccole e grandi città, come a Genova, che ieri con il Tricolore hanno gridato il loro dissenso con tutta la loro forza.

Vorrebbero porre fine a questa logica emergenziale il cui fine è quello del controllo sociale. A queste periferie manca ancora una unità, ma ci sono e vorrebbero un’Italia sovrana”.