A Sarzana Odissea nella Fortezza, ideata e diretta da Sergio Maifredi. Prosegue il 26 luglio con “Il Ciclope” con Mario Incudine e Antonio Vasta.
A Sarzana Odissea nella Fortezza per Teatro Pubblico Ligure
TEATRO PUBBLICO LIGURE
A SARZANA (SP)
“ODISSEA NELLA FORTEZZA”
II edizione
Fortezza Firmafede
Lunedì 26 luglio 2021, ore 21.30
Fortezza Firmafede a Sarzana (La Spezia)
MARIO INCUDINE E ANTONIO VASTA
ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO
Il Ciclope – Canto IX
Progetto e regia di Sergio Maifredi
Produzione Teatro Pubblico Ligure
La seconda edizione di “Odissea nella Fortezza”, ideata e diretta da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure, prosegue lunedì 26 luglio 2021 a Sarzana.
Sarà in provincia della Spezia con Mario Incudine e Antonio Vasta protagonisti de Il Ciclope, canto IX di Odissea un racconto mediterraneo.
Con il sostegno del Comune di Sarzana, il contributo della Regione Liguria attraverso Teatro Pubblico Ligure, la collaborazione della Direzione regionale Musei della Liguria,
è il monumento simbolo della città, la Fortezza Firmafede, a ospitare ancora una volta Odissea un racconto mediterraneo, uno dei progetti più importanti e radicati di TPL, che si propone di riportare all’originaria narrazione orale uno dei testi basilari della cultura occidentale, l’Odissea di Omero.
Il Ciclope è uno spettacolo di musica e parole con Mario Incudine, voce narrante.
Alla chitarra e Antonio Vasta alla fisarmonica, all’organetto e alla zampogna, diretti da Maifredi.
Nel canto IX di Odissea il Ciclope è il primo “cunto” di Odisseo.
È il racconto con cui inizia la “versione di Odisseo”.
Alla reggia di Alcinoo, Odisseo ascolta Demodoco il cantore, narrare della guerra di Troia e dei ritorni degli eroi sopravvissuti.
Odisseo piange e si rivela ad Alcinoo. Omero dal racconto in “oggettiva” passa al racconto in “soggettiva”.
Lui dipana per Alcinoo il filo delle sue avventure ed inizia con gli “effetti speciali”, con il ciclope Polifemo, certo di catturare l’attenzione del re e di ottenere da lui navi per tornare ad Itaca.
Mario Incudine, artista di straordinario talento, attore, cantante, scrittore, alle spalle il successo de Le Supplici a Siracusa di cui ha firmato la regia con Moni Ovadia e di cui è stato interprete e traduttore in lingua siciliana, affronta a suo modo questo “cunto”.
Lo trasforma in un vero e proprio canto con musiche scritte appositamente da Antonio Vasta, con lui sul palco.
Il Ciclope di Omero si contamina con la riscrittura di Pirandello e di Sbarbaro, entrambi “traduttori” del Ciclope di Euripide.
Ed è interessante notare che Pirandello lo traduca a ridosso della prima guerra mondiale e Sbarbaro delle seconda. Il Ciclope anche questo è: la forza bruta contro l’intelligenza, la violenza contro l’accoglienza.
In forma di cunto siciliano prende vita il canto più noto dell’intera Odissea ambientato da Omero nell’Isola Trinacria.
Cantato, suonato e recitato da due tra gli artisti più acclamati del panorama nazionale ed internazionale, con le radici nel cuore del Mediterraneo. La Sicilia.
L’Odissea è la prima fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti.
Il “montaggio” avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare gli episodi precedenti.
Un racconto mediterraneo, andato in scena nei siti archeologici, in riva al mare, nei teatri di tutta Italia, è una rotta, la rotta di Odisseo, ed è la rotta che unisce le sponde del mediterraneo da Est a Ovest da Nord a Sud.
L’Odissea è un arco che scavalca le epoche.
È la classicità e al tempo stesso la modernità, inventa il flash back tremila anni prima del cinema americano, cala Odisseo all’Inferno duemila anni prima di Dante.
Odissea un racconto mediterraneo è un percorso da costruire canto dopo canto scegliendo come compagni di viaggio i grandi cantori del teatro contemporaneo.
Eneide, Iliade e Odissea sono i tre grandi classici della letteratura europea e mediterranea che Teatro Pubblico Ligure, con i progetti ideati e diretti da Sergio Maifredi, ha proposto nel corso degli anni, tappa dopo tappa, di teatro in molo, di piazza in anfiteatro romano.
Lungo tutta l’Italia è risuonata la voce degli uomini e delle donne che si sono messi al centro del racconto e lo hanno fatto vivere ancora una volta come se fosse la prima. Lo scopo è ritrovare come nuovi la forza dell’avventura, il coraggio della scoperta, il valore della parola che hanno condotto l’umanità verso nuove rotte e nuovi approdi, per tornare a riconoscersi nelle proprie radici più profonde anche dopo esperienze così straordinarie da essere cantate per secoli.
BIGLIETTI
Biglietti: 5€ + prev
Le vendite inizieranno dal 24 luglio presso la biglietteria del Teatro degli Impavidi e presso lo Iat in Piazza S.Giorgio, on line su vivaticket.it. Per info 346 4026006 (Teatro degli Impavidi) / 0187 305551 (Iat Sarzana), numeri attivi negli orari di apertura.
Per info sugli orari e giorni di apertura www.teatroimpavidisarzana.it / pagina Facebook “Iat Sarzana Turismo”.
Non è prevista la prenotazione, i biglietti sono nominali e direttamente acquistabili.
LAST MINUTE:
i biglietti rimanenti saranno venduti anche sul luogo dell’evento un’ora prima dell’inizio dello spettacolo
ULTERIORI INFO
www.teatroimpavidisarzana.it
www.comunesarzana.gov.it/eventi
IL PROSSIMO SPETTACOLO
Domenica 1 agosto 2021, ore 21.30
SARZANA (La Spezia) – Fortezza Firmafede
DAVID RIONDINO E DARIO VERGASSOLA
ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO
L’ultima Odissea – Canto XXIV
Progetto e regia di Sergio Maifredi
Produzione di Teatro Pubblico Ligure
Che il viaggio non sarebbe terminato con l’arrivo a Itaca, Odisseo lo sa bene da quando, nel regno dei morti, ha incontrato Tiresia, al nono canto.
L’indovino cieco glielo ha predetto: dovrà, dopo la strage dei pretendenti, rimettersi in cammino, per terra questa volta, lontano dal mare, portando sulla spalla un remo, come una croce, come un’espiazione.
La meta non avrà le coordinate precise che individuano Itaca sulla carte nautiche. Ma quando Odisseo sarà così lontano dal mare che, al suo passare, la gente scambierà il remo per un ventilabro allora sarà giunto alla fine delle sue fatiche. Potrà fare sacrifici agli Dèi e tornare in patria.
Questo viaggio per terra è una seconda Odissea a cui Omero allude e che con molte probabilità è pure esistita in forma orale e scritta ma di cui le tracce si sono perdute.
Riondino e Vergassola da lì partono, dai patti di pace, che chiudono i ventiquattro canti dell’Odissea che conosciamo e ci trasportano in un’altra Odissea tutta immaginata, enigmatica e misteriosa e forse mai scritta se non l’immaginario di ognuno di noi.
Ovviamente, come è nel carattere di Riondino e Vergassola, con ironia, intelligenza, irriverenza.