In scena giovedi 8 novembre alle ore 20 al Teatro Carlo Felice una produzione del Teatro dell’Opera di Astana, capitale del Kazakistan, che approda per la prima volta in Italia dopo i successi di Parigi e New York: “Abai” è uno spettacolo che conferma ed arricchisce la collaborazione, ormai triennale, tra il nostro Teatro lirico e quello kazako.
Il Kazakistan è uno stato transcontinentale a cavallo tra l’Europa e l’Asia, il più grande senza accesso diretto al mare in quanto il mar Caspio non permette, per la sua posizione, il commercio marittimo ed è pertanto considerato un lago.
Il protagonista dell’opera è Abai Kunanbaev detto Ibraghim (1845-1904), figura leggendaria della cultura del suo paese: nato da famiglia colta e abbiente, fu poeta, scrittore, filosofo, devoto interprete di testi religiosi e, grazie alla conoscenza della lingua russa, traduttore di classici russi nonchè divulgatore di testi di scrittori europei.
Egli, in pratica, fu l’iniziatore della cultura letteraria scritta di quel popolo cosacco, pratico e vigoroso abitante della steppa che caratterizza il territorio, cultura affidata in precedenza alla tradizione poetica non scritta, al canto di un popolo nomade tramandato oralmente fra generazioni.
La sua musica è tra le più strumentali del mondo, caratterizzata dalla quantità di percussioni e accompagnata da diversi tipi di liuto, fra cui la dombra.
L’opera in due atti di cui Abai è protagonista lo celebra anche dal punto di vista etico: egli si adopera sulla scena per superare i conflitti familiari che ostacolano le nozze del suo allievo Aidar con l’amata Ajar. Il testo è di Mukhtar Auezov , di cui Abai era anche guida spirituale. La musica di Latyf Khamidi e Akhmet Zhubanov, di gusto folk e popolare, ripete la tradizione delle opere slave e si accompagna a cori di grande espressività.
Coloratissime le scene ed i bei costumi.
La regia di Giancarlo Del Monaco viene ripresa da Yesmukhan Obayev.
Quale Direttore dell orchestra e del coro ritroviamo il giovane Alan Buribayev, pluripremiato in concorsi di direzione orchestrale internazionale e gia’ applaudito nella precedente stagione sinfonica dal pubblico genovese nel concerto del 24 febbraio.
Elisa Prato