“Il dimensionamento scolastico targato Toti-Ferro è il più grande dei pasticci amministrativi che questa giunta ha compiuto da quando si è insediata. Gli accorpamenti presentati non avevano e non hanno nessuna logica didattica e territoriale, ma sono stati dettati solo da interessi politici e numerici.
Abbiamo assistito a sindaci e territori che hanno visto i loro istituti spostati dall’uno all’altro con ripercussioni sul percorso di studi degli studenti e altri, come la Città Metropolitana di Genova, che non hanno fatto nessun accorpamento, facendo rischiare il commissariamento di Regione Liguria.
Neanche però la ciambella di salvataggio offerta nel Milleproroghe, che ha portato da 16 a 12 il numero di scuole da accorpare, ha permesso di riaprire una discussione coinvolgendo scuole e territori: la genialità perversa di questa giunta invece di riaprire il dialogo, ha deciso di premiare chi i compiti a casa non li ha fatti, cioè chi gli accorpamenti non li aveva presentati, penalizzando territori come Spezia e Imperia.
Una scelta che su altre province, come Savona, ha creato fibrillazioni anche nella maggioranza, dove con un emendamento ‘boccia Ferro’, i consiglieri regionali Bozzano, Mai e Russo hanno rimandato al mittente gli accorpamenti decisi dalla Giunta nella provincia savonese e ne hanno imposti altri, senza senso”, dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Davide Natale relatore di minoranza del Piano di dimensionamento scolastico”.
Lo hanno dichiarato i consiglieri regionali del Pd Davide Natale e Roberto Arbocsello, durante la discussione in aula sulla proposta di deliberazione in materia di “Integrazione del piano di dimensionamento della rete scolastica” in Liguria.
“Questi accorpamenti – hanno aggiunto Natale e Arboscello – avranno ripercussioni sul percorso scolastico degli stessi studenti, ma per l’assessore erano importanti i numeri. Peccato che la didattica non può essere tratta in maniera ragionieristica. Licenziare questo piano è un errore colossale e le conseguenze purtroppo le pagheranno docenti e studenti. Stanno massacrando le generazioni future”.
“In Liguria – ha spiegato il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini – paghiamo il paradosso causato da una destra regionale e nazionale allo sbaraglio: le province (La Spezia e Imperia) che avevano ottemperato nei tempi giusti alla richiesta di accorpamenti si sono visti penalizzare rispetto a quelle (Genova e Savona) che invece non si erano voluti adeguare alle indicazioni del ministero dell’Istruzione.
Forse che queste ultime province sapevano che il Milleproroghe avrebbe cambiato le carte in tavola?
Vero che la Liguria raggiunge oggi l’obiettivo minimo dei 12 accorpamenti previsti dal decreto Milleproroghe, ma lo fa a scapito di chi aveva a suo tempo rispettato le direttive.
Al netto di questa evidente ingiustizia che distingue tra figli e figliastri, restiamo fermamente convinti che gli accorpamenti siano un danno per il sistema scolastico in generale e per l’offerta formativa in particolare, soprattutto in una regione come la nostra dove la dispersione scolastica ha raggiunto la poco invidiabile vetta del 14% (la più elevata del nord Italia).
Gravissimo poi che gli accorpamenti siano stati imposti dall’alto senza alcuna condivisione con i territori, gli enti locali, i sindacati, il personale scolastico e le associazioni di genitori”.