Secondo l’accusa, voleva le sue allieve scollate, con minigonne e in tacchi a spillo.
L’ex giudice (sospeso dalla Magistratura) del Consiglio di Stato Francesco Bellomo, di origini baresi, ieri è stato prosciolto perché il fatto non sussiste, con sentenza di non luogo a procedere all’esito dell’udienza preliminare che si è tenuta davanti al gup del Tribunale di Bergamo.
Era stato, ingiustamente, accusato di stalking e violenza privata ai danni di tre allieve che frequentavano i corsi di formazione per aspiranti magistrati tenuti nella scuola ‘Diritto e scienza’ con sede a Bari.
La vicenda risale agli anni 2013-2018. Bellomo, direttore della scuola, era stato addirittura arrestato ai domiciliari ed era stato accusato, tra le altre cose, di avere imposto un “dress code” alle studentesse e, a seguito della sentenza, ha in sintesi riferito che “è finito un incubo”.
Il gup ha prosciolto con la stessa formula Davide Nalin, magistrato (era pm a Rovigo), che collaborava con Bellomo nella attività didattica.
Il filone milanese dell’inchiesta era già stato archiviato, mentre a Piacenza l’ex giudice era già stato assolto.
Per una quarta allieva il reato è stato derubricato in tentata violenza privata e gli atti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Massa Carrara per competenza territoriale.
Bellomo era assistito dagli avvocati Gianluca D’Oria e Beniamino Migliucci. Il processo si è tenuto a Bergamo perché è la provincia di residenza di una delle allieve.
In seguito all’inchiesta e ai processi Bellomo è stato sospeso dal Consiglio di Stato, ma ha presentato ricorso. Ora, giustamente, spera di essere riammesso.