Una cerimonia davvero toccante, che ci riporta indietro di secoli, addirittura al 1600.
Giovedi mattina, al Santuario di N.S. di Oregina, nell’ambito delle giornate Mameliane, si è tenuta la tradizionale cerimonia dello “Scioglimento del Voto”.
Il programma della manifestazione, in assenza di pubblico nel rispetto delle misure anti Covid, ha visto la partecipazione del sindaco Marco Bucci, del vice presidente del consiglio regionale Armando Sanna e della Cancelliera de “La Compagna” Isabella Descalzo.
Erano presenti rappresentanti della città metropolitana, delle Forze dell’Ordine, del Municipio Centro Est, dell’Anpi, della Cgil pensionati e dell’associazione Valori Alpini. Dopo la celebrazione della Santa Messa, officiata da Don Stefano Olivastri, il Sindaco di Genova ha dato vita alla cerimonia con l’accensione di un cero alla Madonna. Nel piazzale antistante il Santuario è stata deposta una corona alla lapide dei Caduti.
La cerimonia dello Scioglimento del Voto si riallaccia a due date particolarmente significative per la storia di Genova: il 5 dicembre 1746 e il 10 dicembre 1847. Infatti il Il 5 dicembre 1746 Genova si ribellò all’occupazione austriaca, con il famoso gesto del “Balilla” che al grido “che l’inse” fece scattare la rivolta popolare. Le autorità dell’epoca fecero voto alla Madonna, già intesa come Regina e protettrice di Genova fin dal 1637, che se gli Austriaci fossero stati cacciati, tutti gli anni sarebbero saliti al Santuario di N.S. di Loreto in Oregina per lo Scioglimento del Voto.
Il 10 dicembre 1847, ricordando quel lontano avvenimento, si verificò un altro importante fatto storico di cui Goffredo Mameli fu uno dei principali animatori: trentamila patrioti provenienti da ogni parte d’Italia sfilarono dall’Acquasola a Oregina dove venne cantato quello che diverrà poi l’Inno Nazionale e sventolò il Tricolore. Il documento originale autografo recante la prima stesura del Canto degli Italiani, meglio conosciuto come l’Inno di Mameli, è conservato ed esposto al Museo del Risorgimento, situato in via Lomellini, nella casa natale di Giuseppe Mazzini.
“Lo scioglimento del Voto – ha detto Marco Bucci – è una cerimonia ricca di significati per la nostra città. Si ricorda la cacciata degli Austriaci, ma anche Mameli e Novaro, che cantarono per la prima volta, insieme a migliaia di patrioti genovesi, l’Inno degli Italiani. Oggi ricordiamo la riconquista della libertà, che finisce solo dove incomincia la libertà degli altri. Ma le sfide non sono finite. A noi spetta lottare contro la pandemia, la mancanza di lavoro e una realtà economica particolarmente difficile. Dobbiamo combatterle con la stessa energia che fu di Balilla e di chi, dopo di lui, ha lottato per la nostra libertà”.
Tradizioni importanti che sarebbe folle dimenticare o minimizzarle.
Franco Ricciardi