A Sampierdarena era una istituzione, ma anche a Genova, e non c’era cittadino che non lo conoscesse.
Parliamo di Umberto Anfione, scomparso la scorsa settimana a 90 anni.
Noto a tutti come “Barba”, era conosciuto per la caccia ai borseggiatori sui bus.
La sua “professione” era iniziata appena andato in pensione, era un portuale. A chi gli chiedeva il perché di questa sua meritoria attività, spiegava che Aveva iniziato a dare la caccia ai borseggiatori circa trent’anni fa la madre era stata scippata sui bus per tre volte della sua pensione; e sosteneva che per colpa di questi vigliacchi episodi era poi morta di crepacuore.
Appena andato in pensione, a 54 anni, “Barba” aveva un fisico muscoloso, e quando affrontava i malintenzionati non era difficile per lui bloccarli sino all’arrivo della Polizia.
Con il passare degli anni faticava di più, anche se aveva sempre con se un bastone da pastore che spesso allungava sui borseggiatori.
Una volta pagò cara la sua attività a favore della giustizia: era il 1999 e nei pressi di casa, due delinquenti una sera lo aspettarono e lo pestarono senza pietà, spedendolo al Villa Scassi con diversi denti saltati, costole e un braccio fratturati.
A Sampierdarena, era molto amato anche dai bambini, con i quali si soffermava a giocare e parlare.
Insomma, negli anni era diventato una istituzione, un personaggio che per oltre un trentennio si era messo a suo modo a disposizione della comunità.
Se ne è andato in silenzio, come tanti eroi cittadini che meritano comunque ed assolutamente di essere ricordati.
“Barba” ci mancherà. Di sicuro un altro pezzo della nostra storia che ci ha lasciato per sempre.
Ed ora tra le nuvole, vita dura per i mariuoli; chissà, al giorno d’oggi è possibile che siano anche lassù…
Franco Ricciardi