Livio Caputo era un giornalista che amava il suo mestiere, lascia un grande vuoto nel mondo del giornalismo.
Caputo era esperto di politica estera, scrittore e amico di Indro Montanelli, che aveva affiancato sin dalla fondazione de Il Giornale. Una vita di Caputo si è conclusa proprio alla direzione de Il Giornale di cui aveva assunto la guida ad interim lo scorso 17 maggio. Il giornalista era malato da tempo, aveva accettato l’incarico temporaneo proprio per amore della testata milanese dove aveva iniziato a lavorare dal 1976 come inviato all’estero ed editorialista.
Caputo era nato a Vienna il 24 agosto del 1933 da padre piemontese e madre triestina, si era laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino con una tesi di Diritto internazionale. Dalla Germania aveva iniziato a scrivere come corrispondente da Bonn per il Corriere dell’Informazione e il settimanale Gente. Poi a Londra per il Resto del Carlino, La Nazione ed Epoca. Sempre negli anni Sessanta il trasferimento negli Usa con l’incarico di dirigere l’ufficio dei periodici Mondadori a New York.
La carriera era poi proseguita in Italia nel periodico Epoca dove ha guidato prima i servizi speciali e quindi diretto la testata fino al 1976, cui era seguito un passaggio a Telemontecarlo come commentatori di punta, e poi la direzione del quotidiano La Notte di Milano. Nel 1986 passa al Corriere della Sera dirigendo i servizi esteri, nel 1992 si aggiudica il Premio Hemingway per i servizi sulla Guerra del Golfo.
Sempre nel 1992 il ritorno a Il Giornale come vicedirettore. Rapporto proseguito negli anni anche curando una rubrica di risposte ai lettori “Dalla vostra Parte” ed editoriali di politica estera. Livio Caputo ha avuto una parentesi politica con il Governo Berlusconi, è stato senatore di Forza Italia con l’incarico di sottosegretario agli Affari Esteri. ABov