Il mondo dell’arte ligure è in lutto per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi all’ Ospedale di Albenga, del grande Maestro Leonardo Rosa.
Per oltre 50 anni protagonista del panorama culturale nazionale: poeta e pittore, saggista ed inventore, scrittore e sperimentatore instancaile.
Lucano di origine, piemontese di formazione e ligure d’adozione, per quasi 40 anni ha vissuto a Castelvecchio di Rocca Bareba il luogo nel quale aveva detto di aver trovato, scappato dal caos di Milano, il compendio e sommario dei 4 blu che amava tanto: “I miei quattro blu sono luoghi d’acqua- raccontava spesso agli amici- Vrboska, nell’isola di Hvar in Dalmazia, Marina di Negru, a Capicorsu in Corsica, Antibes in Costa Azzurra e Iraklia, nelle piccole Cicladi, in Grecia, ma il blu al quadrato in un certo senso l’ho trovato Castelvecchio, anche se in verità è un paesaggio interiore piccolo grande luogo di pietra, ulivi e sentimenti”.
Frequentatore e grande amico di personaggi del calibro di Michel Butor, Eugenio Montale, Elio Vittorini, Fernanda Pivano, Salvatore Quasimodo, Arturo Schwartz, Giuseppe Ungaretti, Milena Milani, Raphael Monticelli, Ettore Sottsass, Mario Luzi, Giuseppe Conte e Silvio Riolfo Marengo, ha collaborato anche con artisti di valore, come Pasquali, Butor, Scanavino, Fontana, Merz, Rotella, Noël, Farioli e Rognoni.
Il suo studio a Castelvecchio, nel centro del borgo, sotto la chiesa parrocchiale, è un vero museo: opere d’arte, fotografie, disegni, libri, quadri, ricordi dei tanti viaggi in giro per l’ Europa, documenti, litografie e sculture, carte e ceramiche, piatti e libri d’arte, bozzetti e riviste…insomma un mondo. “Amo utilizzare ciò che può sembrare uno scarto – raccontava Rosa– gli oggetti più semplici, spesso abbandonati, che trovo in giro in particolare qua a Castelvecchio”.
Artista poliedrico, poeta e scrittore, pittore e scultore, in quasi 60 anni di attività artistica ha realizzato decine di importanti eventi, iniziative e mostre in particolare a Torino, Milano, Firenze, Mantova, Genova ed in Costa Azzurra.
E’ stato anche uno dei primi in Italia a fare ricerca ed utilizzo di materiali poveri e scarti: dal legno ai cartoni, dagli imballaggi alimentari alla plastica ed ai metalli. Ha realizzato alcuni dei più apprezzati e ricercati libri d’arte da parte dei collezionisti: come “Serena 5”,“Respiro di un luogo”, “Racconti minimi”, Paysages d’une ligne”, “Melange”, “ Blu al quadrato” e “Una poesia e un’opera”.
La nota artista Renza Sciutto commenta commossa: “ Con la scomparsa di Leonardo ho perso un grandissimo amico, un amico che mi mancherà artisticamente ma soprattutto come essere umano.
La nostra preziosa amicizia e la grande stima reciproca hanno continuato a crescere negli anni. La nostra frequentazione era continua e nel contempo saltuaria, e questo mi permette di pensarlo ancora nel suo studio-casa circondato di opere e di ricordi. Ricorderò sempre lo spirito giovanile, l’umorismo fine e l’opinione acuta. Un grande osservatore del mondo e delle cose semplici.
Tutte le sue opere sono il risultato di una vita vissuta all’insegna di umanità, sincerità, amore.
Nella realizzazione delle sue opere rimarranno a testimonianza del suo grande valore artistico e umano, la sensibilità e la raffinatezza. Sono stata fortunata ad averlo avuto come amico, questo ha reso più ricca la mia esistenza.
E contenta di aver potuto godere, anche recentemente, di un momento artistico, aiutandolo a realizzare il suo desiderio, di pubblicare il quaderno “Storia di un amore grande”, presentato a Castelvecchio di Rocca Barbena il 30 settembre 2023. Di tutto lo ringrazio infinitamente, sarà sempre un impegno continuare a tenere viva la sua memoria”.
Così lo ricorda, anch’egli con grande commozione ed affetto, l’amico Gerry Delfino: “Leonardo era un uomo difficile e spigoloso, il suo carattere era addolcito solo dalla sua Serena che lo ha lasciato troppo presto.
Hanno amato insieme Castelvecchio di Rocca e gli abitanti li hanno accolti e li hanno capiti: il loro improvviso amore per il paese ha sconvolto usi, costumi e idee. Castelvecchio di Rocca Barbena è ritornato all’antico, al vero restauro delle cas , con le sue insolite cornici bianche e da allora un continuo arrivo di persone, di artisti, di stranieri, di un mondo così diverso che si è amalgamato con i castelvecchiesi, creando un fascino particolare, magico.
Leonardo mi ha dato tanto e tanto ho dato a Lui, ma poi c’è stata una frattura che gli ultimi giorni di Serena non è riuscita a ricucire. Con Lui ho conosciuto Hsiao Cin, Franco Grassi, gli attori del teatro reale di Stoccolma, Björn Afzelius, Manuelli Ferrer e tantissimi personaggi ed io gliene ho fatto conoscere tanti! Leonardo fu pittore, inventore, restauratore di case, artista di avanguardia, poeta e molto altro ancora”. CLAUDIO ALMANZI