La denuncia. Lavoratori si rifiutano di caricare aerei
Alcuni lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa hanno scoperto che alcuni “voli umanitari” che dovrebbero contenere vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti, contengono armi.
In particolare dal Cargo Village del Galilei di Pisa, i lavoratori, quando si sono presentati sotto l’aereo, si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi. I lavoratori, di fronte alle armi, si sono rifiutati di caricare il cargo.
I lavoratori lo hanno comunicato al sindacato Usb che ha denunciato i fatti.
La denuncia di Usb
“Questi aerei – spiegano da Usb – atterrano prima nelle basi USA/NATO in Polonia, poi i carichi sono inviati in Ucraina, dove infine sono bombardati dall’esercito russo, determinando la morte di altri lavoratori, impiegati nelle basi interessate agli attacchi.”
“Denunciamo con forza – si legge in una nota Usb – questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura umanitaria per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina”.
Usb a tale proposito chiede alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di “bloccare immediatamente questi voli di morte mascherati da aiuti umanitari”.
Ai lavoratori di “continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra, che potremo fermare solo con un immediato cessate il fuoco e il rilancio di dialoghi di pace”.
Per questo motivo sabato 19 marzo di fronte all’aeroporto Galilei di Pisa, alle ore 15, è prevista una manifestazione con la parola d’ordine “Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra!”.
La rabbia di Rifondazione: preparata interrogazione parlamentare
Dello stesso avviso è Rifondazione che tramite il proprio segretario nazionale Maurizio Acerbo denuncia come “Dall’inizio di marzo sono moltissimi gli aerei militari partiti da Pisa con destinazione l’aeroporto militare di Rzeszow/Jasionka, in Polonia.
Ma non solo, da Pisa partono aerei militari che arrivano in Romania e in Tunisia, o che fanno esercitazioni sopra la nostra città. Aerei come i Boing KC767A o C-130J Hercules. Cosa trasportano? Non ci è dato sapere. Questi aerei possono trasportare sia truppe che pallet standard Nato, ma il loro contenuto è stato secretato e nemmeno un parlamentare in carica può accedere a questa informazione”.
“Vogliamo risposte e chiarimenti – dicono gli esponenti di Rifondazione, la cittadinanza ha il diritto di sapere che tipo di operazioni militari sta conducendo il proprio Paese, soprattutto quando una città presta i propri aeroporti diventando da una parte protagonista diretto del conflitto, dall’altra potenziale bersaglio”.
“Secondo quanto denunciato dalla comunità Italiana Pace e Disarmo – proseguono da Rifondazione – quello in corso sembra configurarsi come un vero e proprio ponte aereo militare internazionale verso la base di Rzeszow, nella Polonia orientale, dove già dai primi di febbraio opera un comando logistico Usa, prosegue Rifondazione riferendo che in Italia alcuni dei protagonisti di questo quadro sono l’aeroporto militare di Pisa e l’aeroporto Mario de Bernardi di Pomezia.
“Per questo – concludono da Rifondazione – è stato chiesto al Ministro della Difesa di riferire in aula e preparato una interrogazione parlamentare.”