“Chiediamo con tutta la forza possibile che i pm di turno siano presenti in piazza alle manifestazioni per avere un osservatorio reale e concreto di ciò che accade”.
Lo ha riferito oggi Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato, a seguito della sentenza contro i quattro agenti accusati di avere pestato il giornalista di Repubblica Stefano Origone durante gli scontri con gli attivisti antifa in piazza Corvetto a Genova.
Scontri antifa e Polizia, condannati a 40 giorni gli agenti che picchiarono cronista
“C’è il rischio – ha sottolineato Mazzetti – che come al solito qualcuno ceda alla tentazione di gridare ‘all’abuso di vili torturatori’, partendo con la consueta criminalizzazione e delegittimazione degli operatori in divisa.
E’ sempre necessario invitare a tentare solo di immaginare un contesto esagitato ed estremamente confuso, di vera e propria guerriglia che si protrae così a lungo, in cui le dotazioni come ad esempio i caschi di servizio limitano sia le percezioni uditive che visive laddove, oltretutto, quasi sempre i giornalisti non indossano pettorine o segni di riconoscimento, in mezzo a facinorosi scatenati da cui i poliziotti dovranno pur difendersi.
Pretendere che in questi contesti, in cui ci si può trovare a dover fronteggiare una violenza furiosa, un operatore di polizia sia perfettamente freddo, distaccato e tranquillo, come un qualsiasi burocrate dietro a una scrivania è contestabile.
Dire ‘si può difendere, con due manganellate ma non tre’ lascia alquanto perplessi. Quei poliziotti a Genova stavano facendo il proprio lavoro”.
“Non sono d’accordo sull’eccesso colposo – ha aggiunto l’avvocato Rachele De Stefanis, che difende due dei quattro agenti imputati – perché la condotta dei miei assistiti è stata impeccabile dal punto di vista operativo. Leggeremo le motivazioni e nel caso impugneremo”.