Denunciarono i presunti traffici di alcune navi Ong, dando così l’opportunità alle procure siciliane di avviare le inchieste sui cosiddetti “taxi del mare” per i migranti tra il Nordafrica e l’Italia. Ora gli agenti di sicurezza che erano imbarcati su una nave Ong sono stati minacciati di morte insieme al ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Lo ha riferito ieri il quotidiano Il Giornale e l’informazione è stata confermata anche da TGCom24.
A ricevere una “busta gialla” con proiettile, minacce di morte e insulti, secondo quanto pubblicato, è stato un componente della security imbarcato sulla nave Vos Hestia.
Dalle coraggiose dichiarazioni degli agenti nacque anche l’inchiesta della procura di Trapani e si cominciò a puntare i riflettori sulle operazioni di alcune Ong. In seguito fu sequestrata la nave Iuventa.
L’agente ha spiegato che lui e i suoi colleghi non sono senz’altro i responsabili delle morti in mare e di avere fatto solo il suo dovere, denunciando alle autorità competenti ciò che ha visto e sentito.
“Ci svegliavamo la mattina con 20-30 barchini intorno pieni di persone da salvare – ha spiegato l’agente di sicurezza imbarcato su una nave Ong al quotidiano Il Giornale – i migranti dichiaravano di avere 17 anni quando era chiaro a tutti ne avessero almeno 25. Eppure venivano registrati come minori non accompagnati. Ho dovuto litigare con gli scafisti perchè volevano indietro i gommoni appena usati. Poi chiamavano in Libia e arrivavano altre imbarcazioni. Era un traffico. Quelli delle Ong filmavano e sapevano tutto. Non volevano che alcuna informazione uscisse dalla nave senza la loro approvazione. Un mondo a parte”.