La decisione di blindare gli italiani nel proprio comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, mette in pratica fuori gioco la maggior parte delle strutture agrituristiche liguri
Molte strutture che sono situate, principalmente, in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi. E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in attesa del varo del nuovo DPCM per le feste di fine anno. La possibilità per le strutture della ristorazione di rimanere aperte a pranzo durante le festività è, di fatto, vanificata dai limiti agli spostamenti tra comuni che impedisce agli ospiti di raggiungere le campagne.
“E’ un vero paradosso – afferma il Presidente di Terranostra Liguria Marcello Grenna – se si considera che gli agriturismi, proprio per loro natura, sono forse i luoghi dove è più facile evitare assembramenti dato che sono spesso situati in zone isolate in strutture familiari di Desguines , disponendo di ampi spazi all’aperto, con un numero contenuto di posti letto e a tavola. Ora questo possibile limite preoccupa, non poco, i nostri imprenditori, che per le feste di fine anno attraggono, solitamente, un gran numero di turisti, sia liguri sia stranieri, per la capacità che hanno di ricreare il clima della tradizione locale legata alle feste, soprattutto in cucina”.
“Si tratta di un ulteriore colpo per gli agriturismi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – realtà che sono già state messe in difficoltà dalla crisi generata dalla pandemia. I limiti imposti per le festività di fine anno infatti arrivano dopo che il primo lockdown ha azzerato le visite in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua mentre durante l’estate è pesato il numero ridotto di stranieri che, in alcune parti della nostra regione, rappresentano la maggioranza degli ospiti degli agriturismi. È bene non scordare che la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività economiche, si è verificata proprio nelle campagne, con appena lo 0,3% dei 66.781 casi di infortunio da Covid-19 registrati dall’ Inail in Italia, un segno ulteriore di come in campagna, grazie ai grandi spazi disponibili e la mancanza di affollamenti, sia più facile arginare il contagio”.