La 59ma edizione del Salone Nautico di Genova apre le porte all’arte e lo fa ospitando l’artista Davide Dall’Osso.
Uno spazio espositivo a lui dedicato e un’installazione che ha impreziosito l’area espositiva, generando curiosità e ammirazione nei visitatori.
Le sue creazioni vivono di trasparenze, di leggerezza e di luce. I suoi materiali sono lo scarto industriale di policarbonato che si fa Arte ai massimi livelli, fino a diventare prodotto artistico di design unico in Europa per lavorazione.
L’80% del materiale usato nelle opere di Davide Dall’Osso è scarto di policarbonato, un materiale che ha come qualità primaria la trasparenza.
Davide Dall’Osso nasce dal teatro, la Scuola del Teatro Paolo Grassi e ha lavorato con Luca Ronconi. Da qui il suo amore per le installazioni; pezzi dinamici in movimento, in continua trasformazione. E’ il concetto della teatralità, quella stessa che ci ha colpito al Salone Nautico.
Con lui abbiamo fatto quattro chiacchiere per farci raccontare da dove e come nasce la sua Arte.
“Amiamo le installazioni; ci piace che la gente inciampi nelle nostre opere. Mi piace raccontare una drammaturgia, una storia, un percorso”. Le sue figure scolpite nascono dalla tradizione della scultura. L’artista lavora la creta, la plasma e sul positivo fonde gli strati di policarbonato, gli scarti.
Il polimero si fonde e, a seconda della sua qualità e del tempo che è rimasto all’esterno, cambia, anche il colore. Il materiale grezzo nasce trasparente e poi viene colorato con i colori che si usano per il vetro. Vengono usati tramite un vaporizzatore e questo genera le sfumature che possiamo ammirare nelle sue sculture.
L’artista si racconta: “Dentro di noi c’è lo stesso materiale dell’universo: ferro, carbonio. Energia, ma soprattutto scienza, realtà. L’umanità e la tecnologia ci stanno portando in un luogo che non sappiamo qual è. Siamo tutti preoccupati e spaventati. Ma noi possiamo fare qualcosa. L’Arte può e deve fare qualcosa. Può diventare un dialogo interculturale”.
Un tema prediletto: il cavallo. In passato fonte di vita, sostentamento; se non avevi un cavallo non eri. “Oggi – ci spiega – il cavallo è dentro di noi come un fuoco; è un qualcosa che abbiamo nei nostri geni”. Il 50% delle opere di Davide Dall’Osso rappresentano cavalli. Non si tratta semplicemente di senso estetico, ma di “sacralità” vera e propria, come lui stesso ci conferma.
Due le opere che ci hanno colpito particolarmente: l’installazione “Il giardino segreto” e la scultura “Lenisci”.
“Il giardino segreto”: in uno spazio delimitato avviene un racconto, una storia. E’ una danza di Duende, lo spirito della creatività sudamericana. Quella stessa creatività che ti premia e ti logora, un qualcosa che esce e non ritorna mai più. Figure femminili nello spazio che fluttuano leggere.
I loro abiti sembrano volare; le gonne, lavorate su lastre di rame, sembrano enormi petali che si offrono al vento e al mare, che le osservano quasi increduli, come noi. Cigni danzanti sul palcoscenico della vita; è questo che ci sembra di cogliere davanti ai nostri occhi. L’artista non rappresenta la donna in sé, ma il femminile, quell’energia particolare che appartiene alla donna ma anche all’uomo; quell’energia sensibile ed empatica, meno costruttiva, più di respiro e di ascolto.
Come sostiene lui stesso: “E’ l’energia dell’ascolto che ci fa entrare in simbiosi col mondo che ci ha generato”.
Anche la luce avvolge le figure e ce le restituisce in tutta la loro purezza e fluidità. Le due figure centrali sono il maschile e il femminile; che si guardano vicini, fino ad incontrarsi o scontrarsi. Due centauri. Due figure contemporanee, autodefinite. Due corpi fluidi nello spazio. Sono duellanti o amanti? Amore o scontro? Rappresentano ciò che vogliamo rappresentino.
“Perché oggi l’essere umano è liquido; la società stessa lo è. Ogni figura è in divenire. E il policarbonato è il materiale plastico che più di tutti segna la liquidità per come viene lavorato”. Queste parole dell’artista ci colpiscono mentre afferriamo tutto “il divenire” della sua opera.
“Lenisci”: due volti di uomo e di donna che rappresentano la prima volta in cui ci siamo sentiti innamorati. Non è ancora il momento del bacio; è tutto l’universo che accade immediatamente prima. Dopo sarà tutto diverso, ma ora è la passione e la gioia di questo istante tanto desiderato.
Il bacio lenirà il dolore della passione, della gioia e dello struggimento. Bende rosse avvolgono i due volti che tendono uno verso l’altro; è l’istante che si fa Arte.
L’artista definisce il colore: “Il rosso è la passione, è un colore quasi pop, vivace. Non è il rosso di qualcosa di tragico, ma di qualcosa di vivo, di gioioso, legato alla gioventù.” Sabrina Malatesta
Internet: www.davidedallosso.it