Al Sivori arriva “Il signore delle formiche”. Appuntamento il 15 settembre 2022 alle ore 21 in Salita Santa Caterina a Genova.
Al Sivori arriva “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio.
Con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco
Gianni Amelio e Luigi Lo Cascio protagonisti di un incontro prima della proiezione del film. Modera Francesca Savino, docente e critica cinematografica.
La pellicola, distribuito da 01, è stata presentata in concorso alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Concepito come un atto d’accusa contro il moralismo che pregiudica il rispetto dei diritti civili, rievoca fatti realmente accaduti nell’Italia negli anni Sessanta, ovvero lo scandalo del cosiddetto “caso Braibanti”.
Aldo Braibanti (1922 – 2014), intellettuale, partigiano e poeta, nella sua vita si è occupato di arte, cinema, politica, teatro e letteratura, oltre a essere un appassionato studioso di formiche.
Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti, interpretato da Luigi Lo Cascio, fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne.
Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”. Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale.
Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma. Il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente.
Solo un giornalista (Elio Germano) s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.
Il regista Gianni Amelio ha dichiarato:
«”Il signore delle formiche” è un film sull’ottusità della discriminazione. L’amore sottomesso al conformismo e alla malafede.
Uno spaccato della provincia italiana nei cruciali anni 60, quando il benessere economico non andò di pari passo con l’intelligenza delle cose, con l’apertura dei sentimenti.
La famiglia come luogo chiuso, dove i contrasti tra le generazioni restano accesi e conflittuali. Dietro una facciata permissiva, i pregiudizi esistono e resistono ancora, generando odio e disprezzo per ogni “irregolare”.
Assistiamo oggi a episodi di violenza che non hanno senso, esattamente come non aveva senso l’accusa di plagio a Braibanti.
Ma non è più tempo di subire né di tollerare qualunque forma di sopruso verso gli individui meno protetti. E questo film vuole infondere il coraggio di ribellarsi».
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