Al Teatro Eleonora Duse c’è “Antichi Maestri” con Sandro Lombardi. Sul palco da venerdì 27 a domenica 29 gennaio a Genova.
Al Teatro Eleonora Duse c’è “Antichi Maestri”, i dettagli.
Sandro Lombardi è il protagonista di Antichi maestri, spettacolo diretto da Federico Tiezzi e tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Bernhard, in scena da venerdì 27 a domenica 29 gennaio.
Una raffinata e provocatoria tragicommedia sul senso dell’arte, costruita sulle contraddizioni e i nonsense che attraversano la nostra vita. Perfezione o imperfezione, amore oppure odio, solitudine o comunità? Dove sta la verità e dove la salvezza?
È un sublime, raffinato, divertente, caustico dialogo quello che Thomas Bernhard mette in pagina per Antichi maestri.
Uno di quei dialoghi cari allo scrittore austriaco: fatto di battute forsennate e digressioni sorprendenti, di invettive contro tutto e tutti o di schermaglie a punta di fioretto che spesso terminano (o suscitano) in una risata.
Antichi maestri, del 1985, chiude la trilogia che Bernhard dedicò alle arti, dopo il meraviglioso Il soccombente, sulla musica, e A colpi d’ascia, sulla prosa:
romanzi in cui il piglio autobiografico si apre a dissertazioni profonde e filosofiche sul senso stesso della cultura e dell’arte, sulla importanza rivoluzionaria della bellezza, sulla nevrosi del consumismo contemporaneo, sull’angoscia della solitudine.
Già, perché in questo testo protagonista è un eccentrico professore che ogni due giorni si reca nella sala Bordone della Pinacoteca di Vienna e resta in contemplazione di un Tintoretto.
Un secondo uomo, uno scrittore, interpretato ottimamente da Martino D’Amico, lo osserva e interloquisce con lui, mentre un terzo – sorta di ambiguo (angelo) custode, affidato ad Alessandro Burzotta – osserva entrambi nei suoi rituali passaggi di sala in sala.
Nel ruolo protagonista, è un attore meravigliosamente bernhardiano, qui chiamato ad una prova magistrale: Sandro Lombardi dà al personaggio una incantevole carica di umanità in cui l’acredine sfuma nel più struggente bisogno di amore.
Federico Tiezzi firma una regia algida, di grande nitore e coerenza: un omaggio non solo alla parola aguzza di Bernhard, ma anche e soprattutto alla sottile arte del vedere e alla visibilità.
Si sa, le immagini raccontano molto di più di quel che mostrano: di fronte a quel fantasmatico Tintoretto, lo spettacolo, così, diventa un poetico affresco, un fiume in piena di parole e sentimenti. Fino alla commozione.
Durata dello spettacolo: 80 minuti.
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