Al via il 5 Terre Art Festival. La 4° edizione parte mercoledì 14 luglio al Castello di Riomaggiore con “Odissea un racconto mediterraneo”.
Al via il 5 Terre Art Festival ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure.
Mercoledì 14 luglio 2021 il “5 Terre Art Festival” torna al Castello di Riomaggiore.
Lo fa con Roberto Alinghieri protagonista di Odisseo e il cane Argo.
E’ il canto XVI del poema omerico a cui è dedicato uno dei progetti più importanti di TPL, Odissea un racconto mediterraneo, ideato e diretto da Maifredi.
Mentre domenica 8 agosto, sempre al Castello di Riomaggiore, David Riondino porterà in scena i testi scritti dal pittore Telemaco Signorini.
Lui a Riomaggiore ha lavorato per molti anni.
Ingresso libero fino a esaurimento posti secondo le norme vigenti.
La quarta edizione del “5 Terre Art Festival” è sostenuta dal Comune di Riomaggiore e dalla Regione Liguria – Assessorato alla Cultura attraverso Teatro Pubblico Ligure.
La realtà culturale diretta da Maifredi da anni si dedica alla rigenerazione dei luoghi straordinari di cui è ricca la Liguria.
Lo fa attraverso il teatro, ideando progetti su misura per le comunità che li ospitano a cui si offre la forza vitale delle proprie radici culturali.
Alinghieri porta lo spettatore tra le pagine dell’Odissea.
Chi non ricorda almeno il nome di Argo, il vecchio cane di Odisseo;
l’emblema, l’immagine archetipica della proverbiale fedeltà del miglior amico dell’uomo?
Di lui Omero canta nel XVII canto dell’Odissea.
Una manciata di versi di commovente intensità capaci di restituirci il senso dell’attesa tenace e testarda, la gioia del riconoscimento, la capacità – del cane più che dell’uomo – di tenere sempre viva la speranza.
Odisseo è approdato nell’agognata Itaca, ma il suo peregrinare è tutt’altro che giunto al termine;
la sua reggia è assediata dai proci e l’eroe, rimasto lontano per venti lunghi anni, non può ancora rinunciare, per opportunità, al presentarsi come straniero ed estraneo in casa propria.
Si aggira per questo sotto mentite spoglie, quelle di un mendicante, vestito di stracci.
Ma se il camuffamento ha pieno successo con gli uomini, non si può dire lo stesso per Argo;
l’amatissimo cane infatti lo riconosce immediatamente e con sforzo immane ritrova la perduta vitalità;
quel che basta per dimostrare all’adorato padrone che lo ha riconosciuto e dedicargli quell’ultimo gesto di affetto per poi morire.
Roberto Alinghieri, raffinato interprete di teatro contemporaneo, restituisce un Odisseo moderno, uno spettacolo di rara intensità, una Odissea nostra contemporanea, delicata e poetica.
David Riondino e Sergio Maifredi sono al lavoro per restituire le parole di Telemaco Signorini.
Egli trovò in Riomaggiore un luogo ideale per la sua arte.
“Vediamolo da vicino questo mare profondissimo e mugghiante tra quelle immani scogliere.
Difatti, sotto un sole tropicale, si scese tra pergolati bassissimi di vigne che appena giungevano all’altezza dei nostri ginocchi, indolenziti per quell’eterno scendere,
enormi grappoli d’uva sempre bianca, toccavano quasi quella terra ardente e sassosa”.
Così il pittore fiorentino Telemaco Signorini raccontava con entusiasmo la scoperta di Riomaggiore.
Fu durante un viaggio nel 1860 che a quel borgo dedicarono intense visioni dipinte.
Viaggio che fece con gli amici artisti macchiaioli Vincenzo Cabianca, veronese, e Cristiano Banti, toscano.
Signorini: eminenza grigia dei Macchiaioli che si riunivano al fiorentino Caffé Michelangelo dal 1855.
E per sigillare la costante frequentazione, in molte stagioni, di quel suggestivo paese ligure dove si ritrovò a dipingere fino alla morte nel 1899, Signorini aggiungeva:
a Riomaggiore, non solo, lo aveva attirato il “pittorico” e “la possibilità di viverci ogni anno meglio”, ma anche “la semplice bonomia degli abitanti e la loro sincera affezione”.
Non mancò di visitare anche vari borghi tra la Spezia e Lerici