“Sei aziende ingaune testano ciascuna mille vasi biodegrabili e compostabili sul rosmarino a seguito del progetto ‘Filiera 4.0’ che avevo presentato nel settembre 2020 dopo avere costruito un partenariato con Liguria Digitale, cooperativa l’Ortofrutticola e Cersaa.
Un progetto che ho voluto fortemente per valorizzare il comparto florovivaistico, che per la Liguria significa circa l’ottanta per cento del Pil agricolo, attraverso nuove tecnologie e strategie di marketing, e che ha ottenuto il finanziamento sulla misura 16.2 del Psr.
Provando a lavorare in un’ottica più sostenibile, oggi si cominciano quindi a testare i primi ‘vasi bio’ sul rosmarino. L’obiettivo è provare a posizionarsi sui mercati con un prodotto più accattivante e rispettoso dell’ambiente, presentandolo magari in anteprima nelle prossime fiere internazionali.
Il prossimo passo è l’individuazione di un marchio che possa essere promosso almeno nel Nord Europa e consenta al consumatore di individuare velocemente il prodotto ligure, attraverso l’etichetta e la tracciabilità contenuta in essa.
Al convegno organizzato ieri ad Albenga si è parlato anche di un altro progetto che è stato finanziato con la misura 16.4 del Psr e che ha portato alla sottoscrizione del primo ‘Accordo di filiera’, fondamentale per mantenere economicamente sostenibile, da parte delle aziende, il prezzo delle nostre aromatiche che non possono e non devono essere svendute”.
Lo ha dichiarato il capogruppo regionale Stefano Mai (Lega).