All’UCI Fiumara si celebra Munch. Per i 160 anni dalla nascita arriva dal 7 al 9 novembre “Munch. Amori, fantasmi e donne vampiro”.
All’UCI Fiumara si celebra Munch negli UCI Cinemas.
In vista dei 160 anni dalla nascita di Munch, che cadranno nel 2023, il Circuito proietta il film evento eccezionale su un artista dal fascino profondo.
Un’opportunità unica per visitare il nuovo museo MUNCH di Oslo.
Nelle multisala del circuito UCI Cinemas continua la stagione de La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital.
Dal 7 al 9 novembre l’appuntamento è con il docufilm prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, Munch.
Amori, fantasmi e donne vampiro – diretto da Michele Mally che firma la sceneggiatura con Arianna Marelli – che si impegna a gettare nuova luce su Edvard Munch, un uomo dal fascino profondo e misterioso, un precursore e un maestro per tutti coloro che vennero dopo di lui.
Ma è anche un viaggio attraverso la Norvegia di Munch, alla ricerca delle radici e dell’identità di un artista universale, che ci invita a interrogarci sul tema principale del suo multiforme lavoro: la sua idea di Tempo.
Munch. Amori, fantasmi e donne vampiro si apre nella casa di Edvard Munch ad Åsgårdstrand.
In una notte d’inverno davanti al focolare una giovane donna (Ingrid Bolsø Berdal), guida prescelta per questo nostro viaggio, legge ai bambini una fiaba norvegese.
Siamo nel mondo del Grande Nord, dove i venti parlano, gli orsi trasportano le ragazze sulla schiena, i troll lanciano incantesimi malvagi.
Eppure, la favola di Edvard Munch si è conclusa presto: la morte di sua madre, seguita da quella della sorella Sophie, così come la devastante depressione del padre, segneranno ben presto la sua vicenda umana e artistica.
Come racconta la sua biografa Sue Prideaux, Munch visse ottant’anni travagliati, tra problemi psichiatrici, alcolismo e isolamento. Eppure, la lettura psicoanalitica della sua opera non basta.
I lasciti di Munch sono troppo potenti. Storici dell’arte come Jon-Ove Steihaug, Direttore del Dipartimento Mostre e Collezione del Museo MUNCH di Oslo, Giulia Bartrum, per decenni curatrice del British Museum, e Frode Sandvik, curatore del Kode di Bergen, analizzano i temi e le ossessioni della sua opera, ma anche le sue abilità artistiche e le diverse tecniche che ha utilizzato.
La ricerca di Munch sull’animo umano e il suo tentativo di tradurre le emozioni su tela o carta trovano corrispondenza con le tecniche sperimentali che ha scelto di adottare, rendendo così le sue opere, come spiega la restauratrice Linn Solheim, estremamente fragili.
Cruciale è anche l’esperienza della bohème fin de siècle: Munch ha vissuto da bohémien prima a Kristiania, dove rideva dei morti viventi borghesi divertendosi insieme allo scrittore anarchico Hans Jæger, al pittore Christian Krohg e alle donne dallo spirito libero che incarnavano una figura femminile moderna e indipendente nella società; e più tardi a Berlino, dove fece amicizia con il drammaturgo August Strindberg e si innamorò della magnetica Dagny Juel, frequentando satanisti e dottori che sperimentavano l’utilizzo della cocaina.
Come spiega il Direttore del Museo Munch Stein Olav Henrichsen, gli artisti sono sempre in opposizione al proprio tempo, anche se – guardando indietro – li consideriamo rappresentativi di un particolare periodo della Storia.